"Dobbiamo conservare e tutelare la tolleranza e la libertà di pensiero". Lo ha sottolineato il presidente della repubblica Borut Pahor, deponendo una corona nel cimitero ebraico di Dolga Vas, nel comune di Lendava, al confine con l'Ungheria, nella Giornata della Memoria con la quale si commemora le vittime della Shoah e dei campi di concentramento nazisti. Il capo dello stato sloveno ha lanciato un monito: negli ultimi anni, ha sottolineato, siamo testimoni di fenomeni di intolleranza, istigazione all'odio e alla violenza, diventati purtroppo quasi una parte della vita normale. Ciò è inconcepibile, ha detto Pahor. Sono soprattutto i personaggi pubblici che devono dare per primi l'esempio evitando questi atteggiamenti, ha ammonito il presidente della repubblica. Il direttore del Centro di cultura ebraica della Sinagoga di Maribor, Boris Hajdinjak si è invece chiesto come sia possibile che dopo tanti anni non vi è tuttora presente un punto dove tutti le vittime dell’olocausto possano essere ricordate, “lo stato dovrebbe compiere questo passo” ha detto Hajdinjak. “Il rispetto del patrimonio culturale ebraico rappresenta uno dei pilastri dell’identità della città di Lendava, mentre il rispetto della diversità si è sempre basato sui principi dell’inclusione e della tolleranza” ha detto il sindaco di Lendava, Janez Magyr. La data del 27 gennaio del 1945, durante la quale le truppe dell’armata rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, è di grande impatto simbolico, lo ha detto il Presidente della Camera, Igor Zorčič “dobbiamo renderci conto che nonostante la terribile esperienza della seconda guerra mondiale, i motivi che hanno portato a quella tragedia non sono del tutto scomparsi” ha detto Zorčič, ricordando che i nazionalismi, i miti nazionali, la discriminazione religiosa e razziale e le divisioni tra noi e loro, non sono assolutamente scomparsi, “tuttora ci sono persone che rievocano i simboli di quel regime oscuro” ha detto Zorčič. Le crisi fanno riemergere a galla sempre nuove forme di intolleranza, razzismo e xenofobia, ha detto Zorčič ricordando che l’attuale epidemia ha pericolosamente potenziato i sentimenti d’incertezza, insoddisfazione e intolleranza. “E’ nostro compito contrastare qualsiasi tentativo di negazionismo” fa invece sapere il Ministero degli esteri, ricordando le persone che hanno rischiato la vita per salvare degli innocenti.
Dionizij Botter