Nella risoluzione proposta alla Camera si raccomanda agli organismi dello stato di innalzare il grado di allerta di fronte a tutti i tentativi di scardinare la democrazia parlamentare e la costituzione.
L’iniziativa ha immediatamente provocato la solita ridda di polemiche. Il presidente della Camera, Igor Zorčič, ha chiesto parere agli uffici legali del parlamento e a quanto pare non sembrerebbe intenzionato a mettere la questione all’Ordine del giorno, perché le valutazioni sulla costituzionalità non spetterebbero al parlamento, ma alla Corte Costituzionale. All’iniziativa delle due forze di centrodestra non si è unito il terzo alleato di governo. Il Partito del Centro Moderno da una parte ha sottolineato di non appoggiare proposte che radicalizzano ulteriormente il panorama politico, ma dall’altra ha rimarcato che un simile dibattito sarebbe utile per capire se determinati punti dei programmi dei partiti vanno al di là della costituzione.
Dalla Sinistra rimandano le accuse al mittente e dicono senza mezzi termini che è proprio il Partito Democratico con le sue iniziative contro le istituzioni indipendenti, i giornali e la magistratura a scardinare la democrazia in Slovenia. Luka Mesec e compagni non sconfessano una sola riga del loro programma e aggiungono che il problema non sono le soluzioni da loro proposte, ma la situazione nella società.
Solidarietà, intanto, arriva dal Partito di Marjan Šarec, secondo cui il tutto non sarebbe che l'ennesimo tentativo di distogliere l'attenzione dai problemi reali del paese, mentre i Socialdemocratici hanno bollato come “irresponsabile” la proposta.
Stefano Lusa