Il primo maggio del 2004 Lubiana ha raggiunto uno dei suoi principali obiettivi strategici. A pochi giorni dal 20-esimo anniversario dell'adesione della Slovenia all'Unione europea si riflette in merito a quanto il Paese abbia ridotto il divario rispetto al livello medio di sviluppo dell'Ue. Secondo gli analisti, dei dieci Paesi entrati contemporaneamente nell'Unione europea, la Slovenia è quello che ha registrato meno progressi. In due decenni, infatti, Lubiana ha ridotto il divario rispetto al livello medio di sviluppo nell'Ue di soli 3 punti percentuali. I paesi del gruppo Višegrad, pur partendo da una posizione di svantaggio, hanno colmato il divario di 16 punti percentuali, mentre i paesi baltici addirittura di un terzo. Secondo gli ultimi dati Eurostat la Slovenia e la Repubblica Ceca si attestano allo stesso livello, nonostante Praga fosse partita con maggiori gap da colmare. Pochi quindi i progressi compiuti dalla Slovenia.
Le autorità europee continuano intanto a lavorare per accelerare il processo di allargamento: Miroslav Lajcak, inviato speciale Ue per i Balcani occidentali e mediatore nel dialogo sul Kosovo, ha fatto sapere che la Commissione europea dedicherà ancora più attenzione alle politiche europee di adesione, con la prospettiva di integrazione dei Paesi della regione che non è mai stata così chiara e realistica negli ultimi 20 anni. In merito alla questione del Kosovo, il diplomatico slovacco ha sottolineato tuttavia che l'Ue ha messo ben in chiaro che non intende importare al suo interno "problemi irrisolti e questioni bilaterali ancora in sospeso". A confermare quanto detto dall'inviato speciale anche l'adozione, da parte della Commissione, di una comunicazione sulle riforme pre-allargamento. Nel documento si sostiene che "l'allargamento è nell'interesse strategico dell'Unione", precisando che, sebbene vi siano sfide, "i benefici di un processo ben gestito in tal senso si estendono a vari ambiti: geopolitico, economico, ambientale, sociale e democratico".
M.N.