La proposta era stata inoltrata dal gruppo di interesse delle attività non economiche, che ha fatto proprie le valutazioni di associazioni di esperti e della società civile, secondo cui le modifiche non sono adeguatamente fondate e tali da garantire l'obiettivo comune in materia di gestione delle acque. “La proposta di legge non è finalizzata al raggiungimento di obiettivi comuni quale la gestione delle risorse idriche”, ha detto Matjaž Gams, intervenuto in veste di proponente del veto ”gli esperti sono unanimi nel sostenere che vi sono troppe ambiguità e lacune che aprono la strada alla cementificazione delle bellezze naturali slovene” ha detto Gams.”Non è tuttora chiaro” sempre secondo i proponenti del veto se “la nuova normativa va a facilitare o ostacolare gli interventi edili nei pressi della costa e dei laghi?” si è chiesto Gams. Il Ministro dell’Ambiente, Andrej Vizjak continua invece a difendere la proposta “la nuova normativa, va a semplificare le procedure e snellire la burocrazia, in questo modo sarà possibile attingere alle risorse del fondo idrico per finanziare servizi di pubblica utilità, quali la manutenzione e la gestione dei corsi d’acqua” ha detto il Ministro dell’ambiente Vizjak. “Si tratta di 22 milioni di euro che andranno persi in che andranno persi in caso di referendum” ha detto Vizjak. Secondo Vizjak inoltre la nuova normativa, al contempo, rende più difficili gli interventi edilizi sul demanio marittimo costiero. In futuro si potrà costruire edifici pubblici, ma soltanto in presenza di condizioni ben definite - ha detto il ministro. La legge consente infatti interventi edili, si parla di strutture non complesse e di edifici pubblici, nei pressi dei corsi d’acqua naturali permanenti o meno e nelle aree costiere. Contrari al veto i rappresentanti degli interessi locali, a loro nome Milan Ozimič ha detto che la proposta di legge è positiva e prevede una maggiore autonomia decisionale a livello locale. La normativa sarà quindi oggetto di un referendum; oggi sono arrivate alla Camera di Stato le firme di due distinte iniziative civiche; nel primo caso ne sono state raccolte 33.670, nel secondo oltre 9 mila.
Le ONG hanno inoltrato alla Camera le sottoscrizioni con “l’obiettivo di indire il referendum sulla legge sulle acque”, lo ha annunciato Alenka Kreč Bricelj dell’organizzazione Smetumet, secondo la quale la proposta di legge non ha coinvolto l’opinione pubblica e determina conseguenze nocive per l’ambiente e la salute delle persone. Miha Stegel dell’iniziativa civile Danes ha invece spiegato che questa è frutto delle modifiche apportate alla legge le quali potrebbero influire sulla qualità dell’acqua potabile. Uroš Macerl dell’associazione ambientalista Eko krog ha ricordato che il tutore dei diritti civici, Peter Svetina, aveva recentemente affermato che il procedimento di approvazione della legge è stato poco trasparente. Come ricordiamo la Camera di Stato, con 44 voti a favore e 38 contrari, ha approvato la proposta di modifica alla legge sulle acque. Tutti i gruppi parlamentari hanno accolto con favore il rafforzamento dei fondi per la regolare manutenzione e la gestione dei corsi d'acqua, mentre l'opposizione è stata critica sull'emendamento alla legge, che agevola gli interventi edilizi sul demanio marittimo costiero.
Dionizij Botter