L’esponete del Partito del centro Moderno è entrato in carica due mesi fa, dopo che la capodistriana Lilijana Kozlovič aveva rassegnato le dimissioni a causa della mancata nomina dei due magistrati sloveni nella Procura europea. A Dikaučič viene imputato proprio il suo atteggiamento sulla questione, ma anche di non aver difeso lo stato di diritto. Ora se ne discuterà prima con gli altri partiti del centrosinistra.
Nel mirino del Partito di Marjan Šarec c'è comunque anche il ministro dell’ambiente, Andrej Vizjak, che dopo la sonora sconfitta rimediata con la bocciatura referendaria della nuova Legge sull’acqua, non avrebbe la legittimità per far fronte al difficile problema dei cambiamenti climatici.
Il primo obiettivo del centrosinistra però sembra essere la ministra dell’Istruzione, Simona Kustec, accusata, in sostanza, di non aver gestito il settore in tempo di coronavirus. Di tutt’altro avviso il premier Janez Janša, che rimanda le accuse al mittente. Per il capo del governo l'opposizione prima mina i provvedimenti per fermare il contagio e poi accusa l’esecutivo delle conseguenze. Critiche anche da parte di altri esponenti della maggioranza secondo cui l’unico obiettivo dell’opposizione non sarebbe altro che quello di far crollare il governo, mentre i partiti del centrosinistra farebbero a gara tra loro su chi è più distruttivo.
Salirebbero così a 9 le mozioni di sfiducia nei 17 mesi di governo del centrodestra, a cui va aggiunto anche un tentativo di destituzione del premier ed uno di metterlo in stato d'accusa di fronte alla Corte costituzionale. Tutti gli sforzi di defenestrare Janša e i suoi ministri, che formalmente non hanno la maggioranza alla camera, però, si sono sin ora risolti con un nulla di fatto.
Stefano Lusa