Il capogruppo in Camera di Stato, Janez Cigler Kralj, durante la conferenza stampa del 24 luglio 2024 per presentare le proposte di legge su violenza giovanile e questione rom. Foto: Valerio Fabrbi/Radio Capodistria
Il capogruppo in Camera di Stato, Janez Cigler Kralj, durante la conferenza stampa del 24 luglio 2024 per presentare le proposte di legge su violenza giovanile e questione rom. Foto: Valerio Fabrbi/Radio Capodistria

Manca poco più di un mese all'inizio dell'anno scolastico e non è vero che non si può fare niente per risolvere il problema della violenza giovanile, un tema che secondo Nuova Slovenia deve andare di pari passo anche con l'integrazione dei Rom nelle comunità dove vivono. Perché gli studenti devono avere la serenità di tornare a scuola dopo le vacanze e i loro genitori non devono avere paura. Ha tuonato così Cigler Kralj nel presentare in Camera di Stato le 5 leggi preparate dal suo partito pochi giorni dopo la visita del ministro dell'Interno Poklukar in Carniola Bianca, dove era andato per un incontro operativo sulla questione rom, ma senza riscontri pratici. A fare da sfondo all'iniziativa legislativa i numerosi episodi di violenza degli ultimi tempi che hanno coinvolto cittadini di etnia rom, nelle scuole come al di fuori di essi. Cigler Kralj ha ricordato in particolare il caso dello studente rom che ha ferito pesantemente un suo coetaneo in un istituto scolastico di Metlika, frutto secondo lui della mancata applicazione delle regole, o peggio ancora della mancanza di strumenti legislativi per dissuadere i più giovani dall'utilizzo della violenza, molto spesso anche nei confronti di insegnanti e genitori. Il cristiano-democratico ha riservato qualche stoccata anche alla passività del ministro dell'Istruzione Felda, cui chiede di esaminare quanto prima queste proposte, che di fatto mirano a proteggere le vittime e isolare i violenti. Prende spunto da qui poi il passaggio sull'integrazione dei rom, che ritiene fallita. Secondo lui, essi godono giustamente di tutte le garanzie possibili, ma queste devono necessariamente andare di pari passo con le responsabilità. Al contrario, la maggior parte dei rom adottano comportamenti che terrorizzano la popolazione locale, come testimoniano anche le 35 mila firme raccolte dai sindaci dei comuni maggiormente colpiti. Cigler Kralj chiede misure di prevenzione così come di cura, come quella, ad esempio, che i più violenti vengano inseriti in programmi di rieducazione in istituti abilitati, anche tramite l'utilizzo di incentivi positivi per l'erogazione dei sussidi di assistenza sociale.

Valerio Fabbri

Foto: Valerio Fabrbi/Radio Capodistria
Foto: Valerio Fabrbi/Radio Capodistria