Il 26 febbraio del 1992 la Slovenia aveva cancellato dal registro delle persone con residenza stabile 25.671 cittadini appartenenti alle altre repubbliche ex jugoslave, che vivevano in Slovenia e non avevano provveduto in tempo a regolare la cittadinanza; in questo modo avevano praticamente perso tutti i diritti. Per molti anni avevano cercato di dimostrare che la cancellazione era stata un atto illegale, la politica slovena però non li aveva mai ascoltati. Appena nel 1999 e nel 2003 la Corte costituzionale aveva dato loro ragione, aprendo la strada a una regolamentazione giuridica della questione.
“Vi prego di accettare le mie più’ sincere scuse e anche quelle che vi porgo da parte dello stato per la cancellazione dai registri, la violazione dei diritti umani e per le ingiustizie e le sofferenze causate a voi e ai vostri famigliari” si è rivolto così il Presidente della Repubblica aggiungendo di sentirsi dispiaciuto per la lunga attesa alla quale sono costretti per ottenere la riparazione dei danni subiti, nonostante i tribunali avessero già deciso a riguardo. “Mi rendo conto che numerose persone stanno tuttora soffrendo per la cancellazione e mi rendo pure conto che le scuse non potranno mai rimpiazzare quanto avete perso” ha detto il capo dello stato aggiungendo che “a partire da oggi viene definitivamente chiuso un periodo contrassegnato dalla negazione e dal mancato riconoscimento delle sofferenze causate”. “La cancellazione dal registro delle persone con residenza stabile, tra le quali vi erano 5360 bambini è stato un gesto ingiusto, arbitrario, illegale, incostituzionale e discriminatorio e di conseguenza in violazione dei diritti umani” ha spiegato Pahor.
La responsabilità dello stato per il risarcimento delle persone danneggiate è stata confermata solamente a livello europeo dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, la quale ha pure richiesto le scuse da parte dello stato sloveno per la cancellazione avvenuta.
Queste sono state fatte nel 2010 dall’allora Ministro degli interni Katarina Kresal e dall’allora Presidente della Camera Pavel Gantar in occasione del venticinquesimo anniversario dalla avvenuta cancellazione. Le scuse non sono però mai apparse su un documento ufficiale. Dall’Associazione dei cancellati si dicono soddisfatti per il gesto del Presidente Pahor, Irfan Beširović, uno degli attivisti dell’iniziativa ha detto di interpretare questo gesto come una vittoria morale, “un’importante appagamento morale” hanno commentato da Amnesty International.
Dionizij Botter