Il piano strategico nazionale per la vaccinazione anticovid, pronto da inizio dicembre, prevede l'arrivo di 17 mila dosi settimanali della Pfizer a partire da febbraio con le quali verranno vaccinati dapprima gli ultraottantenni, seguiti dai settantenni e malati cronici. Agli anziani delle case di riposo, ai dipendenti delle RSA e agli operatori sanitari, già immunizzati a fine anno, verrà somministrata la seconda dose a partire dal 18 gennaio.
Chi ha già avuto il covid potrà vaccinarsi, ha detto il direttore dell'Istituto nazionale di salute pubblica Milan Krek, ma a distanza di almeno 6 dall'insorgere della malattia. Il premier Janez Janša ha sottolineato che chi non fa parte di nessuna delle categorie considerate a rischio e quindi prioritarie, stilate in base alle raccomandazioni europee, non può attendersi di ricevere un invito a vaccinarsi prima della primavera.
La Slovenia ha garantito oltre 2 milioni di dosi di vaccino, di cui 1,8 milioni di Pfizer e BioNTech e ha prenotato circa 500 mila dosi di Moderna, ma ci sono stati dei problemi con i tempi di consegna, ha detto Janša; non abbiamo ancora una data certa sull'arrivo delle scorte, a parte che giungeranno entro la fine del 2021, ha aggiunto. La Slovenia ha inoltre fatto richiesta di vaccini delle aziende farmaceutiche che devono ancora ottenere il via libera dall'EMA, l'Agenzia europea del farmaco. I vaccini ora disponibili, sulla carta, basteranno per immunizzare un milione e 100 mila cittadini entro la fine della anno.
Se vogliamo che la campagna vaccinale abbia successo, ha detto Krek, sarebbene necessaria una copertura vaccinale di almeno il 70% della popolazione. Ad oggi sono state somministrate 40 mila dosi tra residenze per anziani e case della sanità.