I sindaci di 11 comuni del sud-est sloveno, da Novo mesto a Krško, da Brežice a Ribnica, hanno elaborato un pacchetto di modifiche alle leggi in vigore, rivolte principalmente ai minori rom, secondo loro le prime vittime del deterioramento delle condizioni esistenziali. E per questo hanno avviato una raccolta firme di grande successo che, in breve tempo, ha raggiunto la soglia delle 5 mila necessarie per presentare la proposta in parlamento. In passato avevano lanciato il classico “messaggio in bottiglia”, che però si era perso fra le onde della politica nazionale. L'Assemblea nazionale, infatti, non aveva raccolto l’abbrivio, nemmeno come argomento di dibattito nel processo legislativo. L’auspicio dei proponenti, ora, è che uno dei gruppi parlamentari o anche un’iniziativa politica trasversale possa adottare il pacchetto di riforme.
Le leggi in questione riguardano cure parentali e prestazioni familiari, assistenza sociale, regolamentazione del mercato del lavoro e ottenimento della patente di guida. I sindaci ne hanno in cantiere anche una quinta, sulla tutela dell'ordine pubblico, ma per il momento hanno scelto di non procedere alla raccolta firme su di essa.
La ratio dietro le modifiche è sempre quella di favorire e facilitare l’inserimento dei minori nel contesto sociale più ampio, oltre quello rom d’origine. Per questo, fra le proposte c’è quella di ridurre di un terzo l'assegno familiare nei casi in cui i genitori non iscrivano il figlio a scuola dopo i 15 anni, oppure che in caso di eventuali debiti con l’amministrazione pubblica l’assistenza sociale venga erogata tramite servizi e non in denaro. Simile la logica per quanto riguarda il mercato del lavoro, e per l’ottenimento della patente di guida, per la quale sarà necessario aver frequentato la scuola primaria almeno per 9 anni.
A partire dal 14 luglio, termine ultimo per apporre la propria firma e quindi sostenere le proposte legislative, la palla passerà nel campo della politica nazionale.
Valerio Fabbri