Foto: BoBo/Borut Živulović
Foto: BoBo/Borut Živulović

La verifica della costituzionalità e della legalità della decisione sul riconoscimento della Palestina è stata richiesta "a causa di una violazione nella procedura di esame e adozione della stessa decisione, di una violazione della Costituzione e del regolamento interno della Camera di Stato. Si tratta di una manovra autoritaria e arbitraria e di abuso della procedura", ha scritto il Partito Democratico in un comunicato.
Sono in tutto 32 i deputati dei due partiti d'opposizione, SDS ed NSi, che hanno richiesto la verifica della costituzionalità della decisione sul riconoscimento della Palestina: tutti gli otto i deputati di Nuova Slovenia e 24 su 27 deputati del Partito Democratico.
Lo scorso 4 giugno l'opposizione ha boicottato la sessione straordinaria della Camera di Stato, durante la quale la Slovenia ha deciso di riconoscere la Palestina come Stato indipendente e sovrano con 52 deputati a favore su un totale di 53 presenti.
Le procedure relative al riconoscimento della Palestina sono comunque state caratterizzate da complicazioni. La SDS, lo ricordiamo, ha presentato la richiesta per un referendum consultivo a riguardo il giorno prima della sessione straordinaria, per poi ritirarla e riproporla una seconda volta durante la stessa sessione. La coalizione ha affermato che il Partito Democratico vuole impedire la decisione sul riconoscimento della Palestina, mentre la SDS, a sua volta, ha accusato la coalizione e la presidente della Camera di Stato, Urška Klakočar Zupančič, di aver violato il Regolamento della Camera.
La SDS ha avvertito che a causa della richiesta di indizione di un referendum, in conformità con la legge, la Camera di Stato avrebbe potuto votare sul riconoscimento della Palestina solo dopo 30 giorni.
I deputati, che hanno sottoscritto il documento, propongono quindi alla Corte Costituzionale di accogliere la loro richiesta, esaminarla con "assoluta priorità" e di annullare la decisione sul riconoscimento della Palestina.