Invitando la Slovenia a presentare un rapporto aggiornato entro il 30 di aprile del 2022, l’Organo anticorruzione del Consiglio d’Europa, Greco, ha di fatto bacchettata la Slovenia inquanto la Slovenia ha soddisfatto soltanto una delle 15 raccomandazioni fornite nel 2018. I progressi registrai secondo il Greco sono pochi e non è stato istituito alcun meccanismo volto ad incentivare l’integrità nella pubblica amministrazione. Tra i temi che non sono stati affrontatati, precisa Greco, vi è pure la parte che riguarda l’incremento delle assunzioni e dei fondi e la dichiarazione della situazione patrimoniale dei singoli ministri e segretari di stato. Nonostante alcuni interventi giuridici alla legge sulla Polizia che riguardano la raccolta delle informazioni legate alla corruzione, grandi cambiamenti non sarebbero stati riscontarti, nemmeno sul piano della trasparenza delle nomine e dei licenziamenti. Dei passi in avanti sono stati registrati invece sul piano delle quote rosa nella polizia. Il Ministero della Giustizia ha intanto reagito alle osservazioni mosse da Greco dicendo che queste sono state integrate nella bozza di legge sull’integrità e sulla lotta alla corruzione che è stata accolta dalla Camera a fine ottobre del 2020, praticamente in concomitanza con l’ultima riunione dell’Organo anticorruzione del Consiglio d’Europa, hanno precisato dal Ministero. E intanto da Transparency International dicono di non essere sorpresi dalle considerazioni del Greco inquanto la lotta alla corruzione in Slovenia non figura tra le priorità politiche.
Dionizij Botter