Se il governo non offre soluzioni rapide per dare retribuzioni dignitose a tutti i dipendenti pubblici, una parte consisente dei sindacati di categoria è pronta a ricorrere a diverse forme di proteste, inclusa una giornata di manifestazioni di piazza in programma il 24 febbraio. L'accusa all'esecutivo Golob è di violare il termine fissato per l'avvio dei negoziati sulla riforma del sistema salariale.
Il capodelegazione del gruppo negoziale dei sindacati rappresentativi del settore pubblico, Jakob Počivavšek, ha messo in guardia dal rischio di eventuali accordi parziali che potrebbero innescare una nuova valanga di rivendicazioni, come peraltro annunciato durante le trattative autunnali. A ottobre infatti governo e sindacati avevano trovato un'intesa di massima, ma secondo Počivavšek l'esecutivo è in ritardo di un paio di mesi nella riduzione dell'adeguamento del terzo inferiore della scala salariale, mettendo così alcuni gruppi in una posizione più favorevole rispetto ad altri.
In quest'ottica il sindacato ha preparato 28 possibili soluzioni per migliorare in modo rapido l'attuale impianto retributivo, proposte che saranno trasmesse sia al ministero della Pubblica Amministrazione che al gabinetto del Primo Ministro, cui richiede contestualmente di discutere le possibili riforme al tavolo della trattativa e non attraverso i media.
La ministra competente, Sanja Ajanović Hovnik, si è detta intenzionata a dar seguito agli accordi per la riduzione delle disparità salariali, ma allo stesso tempo guarda con occhio vigile al bilancio per evitare che altri altre categorie e parti sociali rivendichino trattamenti simili.
Valerio Fabbri