La decisione della Corte costituzionale arriva proprio nel bel mezzo dei negoziati tra governo e sindacati di rappresentanza sull'aumento dei salari in base al controverso decreto. L'ultimo pacchetto di legge anti-Covid, approvato alla fine dell'anno scorso, prevede infatti un aumento degli stipendi per medici e dentisti fino alla sessantatreesima classe retributiva entro la fine del 2022, come finora era previsto soltanto per i funzionari pubblici. D'altra parte, la sospensione del decreto significa soltanto che medici e dentisti saranno, come finora, soggetti alle attuali restrizioni salariali.
La richiesta di sospensione è stata inoltrata alla Corte costituzionale dai presidenti di diversi sindacati. Questi dubitano che l'aumento del tetto massimo per quanto riguarda le categorie retributive per uno dei gruppi di dipendenti pubblici sia legato ai provvedimenti per mitigare le conseguenze dell'epidemia di coronavirus. Ritengono inoltre che per la modifica della scaletta salariale, la Costituzione impedisca ovvero non permetta il divieto di referendum.
La richiesta di revisione di costituzionalità si è quindi basata sulle disposizioni della legge sul referendum e l'iniziativa popolare, che in tali casi, quando i cittadini sono privati del diritto al referendum, consente il controllo di costituzionalità della legge in questione o di alcune singole disposizioni della legge.
La Corte costituzionale valuta che l'attuazione di una controversa legge potrebbe creare gravi conseguenze: il decreto potrebbe infatti influire sulle basi del sistema salariale nel settore pubblico senza un dialogo sociale, che non può essere instaurato retroattivamente.
Pronta la reazione del capo del governo, Janez Janša: "Il decimo pacchetto di legge anti-Covid ha temporaneamente concesso un avanzamento ai migliori medici specialisti oltre la cinquantasettesima classe retributiva. Permette inoltre un avanzamento ai giovani medici sottopagati. Ma la Corte costituzionale sta di nuovo politicizzando", ha scritto il premier in un tweet.
L'Associazione dei liberi sindacati della Slovenia invece saluta la decisione delle Corte costituzionale, che viene capita come "una nuova critica all'attuale governo, che sta continuamente violando e ignorando tutti i regolamenti il vigore".
E. P.