Presentata la proposta di legge che dovrebbe consentire ai malati terminali per i quali non sono più efficaci le cure palliative di poter scegliere di concludere la propria vita in modo assistito e senza ulteriori sofferenze in Slovenia. I promotori dell’associazione “Filo d’argento”, sostengono che su questo tema attualmente esiste un vuoto legislativo che deve essere colmato al fine di ridurre gli abusi che, secondo loro, esisterebbero in alcune situazioni, dove è possibile parlare di accanimento terapeutico.
Una legge, quella che loro vorrebbero, che permetterebbe il ricorso al fine vita basandosi su criteri rigorosi. La decisione di concedere questo tipo di trattamento verrebbe presa, solo nel caso in cui si dimostri in modo inconfutabile che non esiste alcuna possibilità di successo per le cure palliative e che si tratta di una scelta del malato che sarebbe sottoposto all’attento esame di una commissione di medici e psichiatri indipendenti chiamati a dare la luce verde o meno a questo tipo di procedura. Per questo, il cosiddetto “suicidio assistito” non sarebbe possibile in caso di disturbi mentali gravi e quando la volontarietà del gesto non sia senza alcuna ombra di dubbio appurabile.
Ad opporsi a questa proposta di legge sono tutte le organizzazioni legate alla chiesa cattolica slovena, che contestano questa proposta considerata non rispettosa del diritto alla vita e contraria ai loro principi religiosi.
Barbara Costamagna