Cori da stadio, fumogeni colorati, tante bandiere e tanti applausi da parte del pubblico accorso per salutare gli eroi capodistriani, così definiti dal sindaco Aleš Bržan. Le auto decapottabili con bordo gli olimpionici, a guidare la fila quella con i cestisti Čančar e Hrovat, i più osannati e fotografati, ricorderemo che la squadra di basket ha disertato sia il ricevimento dal capo dello stato Borut Pahor sia la festa in Piazza della Repubblica a Lubiana, sono partite dallo spiazzo davanti alla piscina comunale, passando per Via del porto, sostando in Piazza Ukmar, poi proseguendo per Via Belvedere, Via Verdi e infine in Piazza del Duomo sempre tra due ali di folla. L'accesso in piazza era però possibile solo per i possessori del Green Pass.
Questi ragazzi sono l'orgoglio di Capodistria, che con sacrificio, dedizione e lavoro sono riusciti, pur non portando a casa medaglie da questi Giochi, ad ottenere ottimi risultati, ha detto il presidente dell'Unione sportiva capodistriana Arturo Steffè, a dimostrazione, ha aggiunto, che il comune investe sugli impianti, sui giovani e sullo sviluppo dello sport a tutti i livelli. Soddisfatti per l'esperienza giapponese tutti e cinque capodistriani presenti sul palco, assente Anja Osterman, anche se con un pò di rammarico Vlatko e Gregor hanno ammesso che la nazionale di basket aspirava al podio. Hanno chiuso al quarto posto. Ci è mancato davvero pochissimo, hanno detto, ribadendo che sarà comunque uno stimolo per migliorarsi in futuro.
A Tokyo le veliste hanno chiuso quinte nella classe 470, le canoiste nelle gare singole, Špela Ponomarenko Janić al 17.esimo posto, Anja Osterman al 20.esimo. Špela è tornata sulla sfortunata gara nel K2 500 metri sprint quando a pochi metri dal traguardo si sono ribaltate con l'imbarcazione e successivamente sqaulificate. Una cosa che nella mia lunga carriera agonistica non mi era mai capitata, ha detto la 39-enne, solo volutatamente, in allenamento. (ld)