60 punti, 21 rimbalzi e 10 assist. Prima tripla doppia di sempre, con numeri del genere, per un giocatore "esterno". Ennesima incredibile prestazione per l'ancora ventitreenne cestista sloveno Luka Dončić, vero e proprio fenomeno dei parquet.
Da quando ha iniziato la sua carriera professionistica, debuttando più di sette anni fa con il Real Madrid, LukaMagic, uno dei suoi soprannomi, ha abbattuto record su record, tanto che il suo nome è stato frequentemente accompagnato dalla frase "il più giovane a...", diventando questo uno sketch comico tra gli appassionati di basket.
Un giocatore che sta continuando a crescere e questo pare quasi incredibile: il suo talento sembra non avere confini. Tecnica sopraffina, mentalità vincente, killer instinct nelle partite punto a punto, propensione al passaggio smarcante, finte figlie della tanto decantata "scuola slava". Ma anche la scanzonata consapevolezza che, in fondo in fondo, il suo lavoro è un gioco, ne fanno un personaggio unico nel panorama del basket mondiale, soprattutto in NBA dove non mancano mai i suoi sorrisi nelle partite, spesso ad accompagnare la demolizione del diretto marcatore, definibile come il "malcapitato" di turno.
Vogliamo trovare un difetto in questo ragazzone di quasi 24 anni? L'unica mancanza, ascrivibile alla stella dei Dallas Mavericks, è la gestione del rapporto con gli arbitri, soprattutto nelle apparizioni con la nazionale, dove molto spesso lo si è potuto vedere condizionato dai fischi arbitrali e dalle conseguenti proteste, con il risultato di essere poi preso ancora più di mira dai direttori di gara.
Ma guardando le cifre individuali di quest'anno Dončić deve certamente essere inserito nel novero dei candidati al premio di miglior giocatore della NBA, che equivale di fatto ad essere il miglior cestista al mondo. Oltre 30 punti e poco meno di 9 rimbalzi e 9 assist a partita a testimonianza del giocatore "totale" che è lo sloveno che, pur non avendo l'esplosività che caratterizzò Michael Jordan o di cui ancora gode il trentottenne LeBron James, possiede una tecnica che lo rende totalmente immarcabile!
Un giocatore per certi versi più umano rispetto a tanti super atleti che abbiamo ammirato sul parquet, umanità trapelata anche dalla risposta data al giornalista dopo la partita dei 60 punti: "Cosa si prova dopo aver fatto 60 punti?". "Sono stanchissimo, ho bisogno di una birra per riprendermi!". Come se avesse giocato con gli amici in un campetto di periferia...