Tadej Pogačar contro tutti. Al suo debutto al Giro d'Italia il ciclista sloveno, in testa della classifica UCI, parte come grande favorito per la vittoria finale. Lui si dichiara pronto, come la sua squadra, parte sì da favorito ma gli avversari come le insidie non mancano. L'importante, ha detto durante la presentazione, è indossare la Maglia Rosa a Roma.
Che Giro d'Italia sarà, cosa possiamo aspettarci da questa edizione numero 107 della Corsa Rosa? Lo abbiamo chiesto a Silvio Martinello, ex ciclista professionista e oggi commentatore tecnico. Anche quest'anno farà parte della "piccola ma affiatata" squadra di Radio RAI che seguirà il Giro in diretta.
"C'è tanta attesa per il fatto che ci sia alla partenza un fuoriclasse come Tadej Pogačar, chiaramente attira molta attenzione. Il rovescio della medaglia è un po' il timore che in realtà in corsa non ci sia corsa per la superiorità che potrebbe dimostrare Pogačar, almeno sulla carta è difficile individuare chi possa infastidirlo. Poi è anche vero che chi conosce il ciclismo sa bene che le corse bisogna vincerle, nessuno vince in partenza, pertanto nel ciclismo ci sono mille insidie, a maggior ragione in una grande corsa di tre settimane dove bisogna sempre essere prudenti. Pertanto c'è grande attesa, grande curiosità per vedere all'opera uno dei fuoriclasse di questa epoca che di personaggi straordinari ne propone diversi, uno è sicuramente Tadej che per la prima volta approccia un Giro d'Italia con l'obiettivo di vincere dopo tanti anni Giro e Tour nella stessa stagione. C'è da un lato la certezza che a meno di imprevisti nessuno sia in grado di batterlo, però c'è anche da capire come affronterà questo Giro, se vorrà fare il cannibale come in tante occasioni ha fatto o se penserà, come io credo, alla successiva sfida al Tour de France, che dal punto di vista della concorrenza, nonostante Vingegaard sia, sembra, ormai purtroppo tagliato fuori, c'è comunque una concorrenza molto più di qualità rispetto a quella che incontrerà al Giro d'Italia."
Quali sono, per dare un'idea, le tappe da cerchiare con il bollino rosso da non perdere assolutamente?
"Già la prima di Torino è certamente una tappa che strizza gli occhi agli uomini di classifica, però poi soprattutto nell'ultima settimana la tappa di Livigno prima del secondo e ultimo riposo e le frazioni che sono in programma nell'ultima settimana, come da tradizione, saranno quelle dove sarà concentrata la maggiore attenzione. Chiaro che c'è lo spazio, c'è il terreno anche con le due prove a cronometro che sono in programma perchè Tadej possa chiudere i giochi molto presto. Secondo me non sarà questo il suo atteggiamento, a meno che non voglia battere un altro record, cioè quello di vestire la maglia rosa dall'inizio alla fine della corsa come è accaduto in un paio di occasioni nella storia del Giro. Però i record si inseguono quando sei lì, non semprepuoi programmarli, pertanto è tutto sulle spalle di Tadej...tutto cosa...anche l'atteggiamento con il quale affronterà la corsa. Se affronterà la corsa con lo stesso atteggiamento con cui ha affrontato le poche gare a cui ha partecipato finora in questa stagione 2024, non ce n'è per nessuno, fin dall'inizio, se invece, come mi aspetto e come mi immagino,affronterà il Giro con maggiore cautela, maggiore prudenza, anche in vista della partecipazione al Tour, ecco che insomma ci sarà spazio anche per altri, altrimenti credo che spazio ce ne sarà poco per gli avversari."
Chi sono gli avversari pià accreditati?
"Direi Geraint Thomas che però sicuramente fa i conti con i suoi 38 anni, l'anno scorso ha chiuso secondo alle spalle di Primož Roglič. Il gallese certamente proverà a giocare un ruolo da protagonista, dopodiché il francese Romain Bardet che ha fatto un'ottima Liegi Bastogne Liegi, può essere diciamo così un buon elemento, nella sua carriera è già salito sul podio al Tour de France. Un po' di concorrenza c'è, non è la concorrenza che troverà il Tour de France. Sulla carta sono questi i nomi poi in Italia speriamo molto in Antonio Tiberi, ma è tutto da verificare." (ld)