La retrospettiva propone una selezione di 170 scatti e decine di documenti, dal reportage dedicato alla città di Venezia a quello sul fiume Danubio, dalla Spagna alla Russia, dall'Iran alla Cina - testimoniando l'attenzione con cui la fotografa pianificava ogni viaggio, desiderosa di approfondire ogni situazione e di entrare in contatto diretto con la gente. Sempre studiati con meticolosità a questi scatti si affiancano gli intensi ritratti di scrittori, pittori, poeti di fama mondiale. L'identità più profonda di Inge Morath era legata al confine. Nell'idea del confine aveva trovato la complessità e le risposte della sua stessa esistenza. Uno dei suoi progetti più Giornalista, poliglotta, autrice di reportage fotografici da tutto il mondo. Casa dei Carraresi di Treviso dedica un'ampia retrospettiva a Inge Morath ripercorrendo le principali tappe del suo percorso professionale: rappresentati è quello sul Danubio, incentrato sull'idea di percorrere il corso del fiume attraversando popoli, culture, lingue, storie e stili di vita diversi. Che per lei era anche una ricerca sulle sue origini. Sentiamo in merito il critico d'arte Marco Minuz, fra i curatori della mostra. »Per lei ogni viaggio, ogni esperienza, ogni ritratto, doveva avere un presupposto, che era la conoscenza. Quindi alla base di tutto c'è sempre la volontà di approfondire, di non leggere in superficialità la verità che lei vedeva.«