Per evitare che i fondi destinati ai programmi della Comunità nazionale italiana si fermino sulla strada fra Lubiana e Capodistria, la richiesta di Žiža è che i finanziamenti arrivino direttamente dal governo, senza passare quindi per il tavolo dell’ente radio-televisivo pubblico, dove spesso rimangono bloccati o vengono destinati ad altre funzioni d’uso. Una richiesta accompagnata però dalla garanzia di rimanere nell’ente pubblico, come ribadito anche dai caporedattori dei programmi italiani di radio e TV, intervenuti in commissione. Ed è proprio su questo passaggio che si è consumata una polemica fra Žiža e Levica/Sinistra, che si è astenuta dopo aver espresso contrarietà per una riorganizzazione che, secondo loro, andrebbe a incidere sull’indipendenza giornalistica. Žiža: »Di problemi ce ne sono tanti, ma la strada è quella giusta. La delibera quindi è stata accolta non completa, come l'avevamo presentata, ma è un primo passo affinché i finanziamenti del governo, che in apparenza sono per le nostre necessità, ma nei fatti non è così. Quindi dovremo sottoscrivere dei documenti affinché questi finanziamenti vadano a coprire tutte le spese del centro regionale di Capodsitria e quello di Maribor»
In merito alla diffusione del segnale per raggiungere tutte le aree dove è presente la Comunità nazionale italiana, come accadeva negli anni ’80, Žiža spiega: »negli accordi bilaterali dovrebbe essere inserito come parte centrale proprio il problema, le difficoltà di Radio e TV Capodistria, che deve rappresentare quello che rappresentava ancora sotto la Jugoslavia, quindi il principale centro di informazione radio-televisivo per la comunità nazionale italiana, non solo in Slovenia, ma anche in Croazia e coprire tutta Italia». Una seduta positiva quindi, nonostante qualche scintilla, come afferma anche Dyego Tuljak, presente al posto del presidente della Giunta Esecutiva dell'Unione italiana, Marin Corva: »quanto è stato approvato oggi è un grande passo in avanti, strategico, visionario, molto importante per la nostra realtà, per i nostri centri, in particolare anche per iniziare un percorso di riconoscimento per il nostro centro regionale di Capodistria sia in Croazia che anche in Italia. Credo che con la delibera di oggi si siano fatti dei passi in avanti, quindi una prospettiva futura molto positiva».
Da segnalare infine che tutti gli invitati della comunità hanno deciso di esprimersi in italiano: “le comunità nazionali sono i ponti fra i vari Stati dell’Unione europea, e il fatto che oggi abbiamo parlato in italiano è la dimostrazione che la mentalità e il modo di agire di concepire quelli che sono i diritti e l’attuazione dei diritti di tutela della comunità nazionale italiana e di quella ungherese è stata accettata bene.“
Valerio Fabbri