"Il patrimonio librario italiano è parte integrante della nostra memoria culturale, e prendersene cura rappresenta una responsabilità condivisa". Lo ha affermato ieri a Palazzo Brutti la direttrice della Biblioteca centrale di Capodistria Luana Malec nel ringraziare quanti, rappresentanti di istituzioni o realtà associative italiane del territorio e di Trieste, da anni collaborano con la Biblioteca nella valorizzazione di questo patrimonio.

Significativa appare in tal senso secondo la direttrice la recente mostra della collezione Grisoni e delle opere degli umanisti capodistriani allestita nel 2024 nella prestigiosa sede della Biblioteca nazionale di Roma: un'iniziativa frutto di un partenariato ampio (sostegno è stato fornito tra gli altri da Upt e da Can costiera) in cui ha svolto un ruolo importante il Consolato generale d'Italia. Ieri il console Giovanni Coviello ha voluto ripercorrere i settant'anni di storia del Consolato di Capodistria, che possiede nel suo dna una vocazione culturale, e il cui filo rosso è "la salvaguardia di lingua e cultura italiana in sinergia con le istituzioni della minoranza italiana".

Lingua, cultura, identità sono i punti cardine dell'azione svolta dall'Unione italiana, che si esplica in una vasta gamma di iniziative a beneficio dei connazionali "e di tutti i cittadini" di cui ha parlato il presidente della UI Maurizio Tremul, richiamando anche quel progetto Interreg "Jezik - Lingua" che, coinvolgendo tra i suoi partner la Biblioteca, ha consentito il recupero e la valorizzazione di preziosi fondi storici - in massima parte volumi italiani - dopo decenni di oblio.

Citato poi l'Info libro - Salotto del libro italiano, altra tappa - così nuovamente Luana Malec - di un trentennale lavoro che, iniziato con la fondazione del Dipartimento di italianistica diretto prima da Amalia Petronio e in seguito da Ivan Markovič, ha restituito al patrimonio librario italiano "il posto che gli spetta, nella nostra storia condivisa".

Tra gli intervenuti da ricordare anche il presidente della Fameia capodistriana, Piero Sardos Albertini, sul filo di un rapporto cresciuto negli anni con il Reparto di storia patria, guidato da Peter Štoka.

Nel clima di generale soddisfazione, la voce pacata ma ferma dell'on. Felice Ziza sulla "Capodistria albanese" al centro di alcuni libri recenti che hanno creato disagio alla comunità italiana e prodotto un danno a cui va posto rimedio coinvolgendo "storici di alto profilo e super partes". Un rilievo, il suo, caduto nel vuoto.

L'incontro nella sala di lettura della Biblioteca centrale
L'incontro nella sala di lettura della Biblioteca centrale