Un convegno ampio ed a tratti molto tecnico, che ha analizzato gli aspetti giuridici e legali del calcio attuale, in particolare della Serie A italiana, che ha vissuto i suoi momenti d'oro dagli anni '80 fino ai primi anni duemila. Campioni noti in tutto il mondo, riconosciuti ovunque: Zoff, Rossi, Cabrini, passando poi per Baggio, Maldini, Baresi, fino alla generazione di Totti, Del Piero e Buffon. Campioni che sia con le squadre di club sia con la nazionale, hanno raccolto successi diventando icone mondiali ed ambasciatori, non solo sportivi, dell'Italia, per la loro riconoscibilità.
Oggi la Serie A ha perso un po' del fascino che la caratterizzava ma l'Italia rimane attrattiva per le proprietà straniere per la bellezza delle sue città, come ci ha spiegato il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini: "In alcuni casi, effettivamente, la bellezza e la storia di alcune città ha portato gli investitori a vedere i margini di investimento molto alti, anche di profitto. A volte però c'è anche una passione per quella città; quindi, sono fattori che hanno attratto investitori stranieri".
C'è la volontà di legare quindi calcio e cultura in qualche modo?
"Sì, c'è sempre stata. In molti paesi il ministero dello sport è legato alla cultura ed all'Unesco appunto, l'Organizzazione internazionale competente per cultura, sport ed educazione; quindi, sono fattori che vanno assolutamente tenuti insieme".
È invece in crescita il movimento femminile, grazie anche alla riconoscibilità di esempi positivi come la campionessa triestina Sara Gama, che da poco ha dato l'addio alla nazionale.
Ce lo conferma la presidente della Divisione Serie A femminile, Federica Cappelletti:
"Lo sviluppo del calcio femminile italiano è sotto gli occhi di tutti; devo dire che l'avvento del professionismo è stato un cambiamento storico importante, ha dato certezza anche alle donne di poter veramente considerare questo sport anche un lavoro. Stiamo investendo tanto, anche come divisione, come Federazione sul calcio femminile a livello scolastico, quindi nei vivai. Nell'arco di 2-3 anni penso che saremo molto competitivi anche a livello internazionale".
Davide Fifaco