"La decisione dell'Ispettorato per la cultura" riguardo "la collocazione delle targhe con i toponimi storici a Capodistria, ancorchè (forse) legittima proceduralmente, giuridicamente lascia perplessi". A dirlo il presidente dell'Unione Italiana Maurizio Tremul che a qualche giorno dalla capovolgiemento delle targhe con gli odonimi delle piazze e delle vie capodistriane è intervenuto sul tema.
"Noi siamo una comunità autoctona", spiega Tremul e "l’autoctonia si è manifestata nei secoli attraverso una ricca produzione culturale materiale e immateriale. L’autoctonia ha fatto sì che sul nostro territorio di insediamento storico abbiamo creato uno spazio umano e antropico e che lo abbiamo nominato". "Gli abbiamo dato la nostra identità e questa identità e questi nomi sono in italiano, in istroveneto, nei nostri dialetti", prosegue aggiungendo che "questa che è una realtà deve essere rispettata e non può essere tradotta e tradita perché significherebbe riscrivere la storia".
Un evento che lo ha portato a voler condividere le sue riflessioni riguardo lo stato delle cose all’interno della Comunità Nazionale Italiana, giungendo alla conclusione che sia necessario che questa torni a fare politica in modo coordinato e unitario: "Dobbiamo cercare di occuparci di meno di questioni poco rilevanti per ritornare a fare politica, tutti insieme in maniera sinergica: Unione Italiana, CAN, Comunità degli italiani, parlamentari, società civile (anche per affrontare la questione della toponomastica che è fondamentale perché determina la nostra presenza storica sul territorio). Sicuramente si poteva fare già prima, però, come dico sempre l'acqua passata non macina più, perciò portiamo acqua fresca ai nostri mulini e facciamo rigirare le macine, affinchè possa lievitare il pane della saggezza e della concordia".
Barbara Costamagna