“Uno Statuto che per quanto riguarda i diritti della CNI nulla toglie e nulla aggiunge”, ci spiega Marko Gregorič, consigliere al seggio specifico e presidente della commissione comunale per la nazionalità italiana, organismo che nei giorni scorsi ha dato consenso unanime al nuovo documento. “Per quanto riguarda la parte attinente alla Comunità italiana, sia la CAN, sia la commissione nazionalità, sia io che la collega e vicesindaco Agnese Babič abbiamo dato luce verde al testo presentato”, racconta Gregorič e aggiunge: “Visto che il documento sul quale si lavora è in lingua slovena e che poi viene tradotto in lingua italiana, la Commissione ha proposto che nella versione italiana siano utilizzati i toponimi di alcune località nella variante da noi usata”. Gregorič fa così gli esempi di Nosedo per Nožed, Malio per Malija e sottolinea che l’azione non va in alcun modo ad imporre o forzare il bilinguismo, ma che si tratta soltanto di una questione linguistica e che questo intento è stato recepito dalla Commissione.
“Non è assolutamente un intervento di carattere contenutistico, non tocchiamo i contenuti ma soltanto la forma reclamando il diritto di utilizzare la nostra lingua e il nome dei luoghi che noi utilizziamo”, conferma l’esponente della CNI e rileva: “Lo Statuto prevede le aree ufficialmente bilingui nel Comune di Isola e dunque queste sono ben definite e comprendono i territori delle Comunità locali di Città vecchia, Haliaetum, Livade e Jagodje-Dobrava; per gli altri luoghi geografici per i quali sappiamo che esiste la variante in italiano, chiediamo che nel testo dello Statuto in italiano venga utilizzato quel lemma”.
Invitato a commentarci il nuovo Statuto, che in pratica non accorpa più tutti gli articoli riferiti alla minoranza italiana, Gregorič sostiene che “il grosso dei contenuti che ci riguardano sono riferiti nell’articolo 5” e aggiunge che “non c’è nulla di più o nulla di meno di quello che già avevamo”. Secondo lui il documento viene un po’ snellito e aggiornato alle nuove Leggi della Repubblica di Slovenia. “Quindi, come dicevo, la nostra posizione è ben definita assieme alle normative statali, alla Costituzione e al Decreto sul bilinguismo in vigore”, afferma Gregorič e conclude: “Ribadisco che le aree nazionalmente miste sono meglio definite e ovviamente resta in vigore il fatto molto importante che anche gli appartenenti alla CNI residenti fuori da queste aree hanno assolutamente garantiti tutti i diritti rispetto ai rapporti con l’amministrazione comunale e la vita pubblica”.
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