"È un ibrido che si compone di più generi: prosa, poesia in prosa e poesia, ma che si struttura come romanzo che è una storia di famiglia, di ritorno alla vecchia casa e all'orto che sta sul colle di Cosala, vicino al cimitero", racconta Laura Marchig e aggiunge: "È un ripensare a quello che i nostri cari ci hanno lasciato; e una cosa bella, che aggrega, che ha sapore è il cibo, cibo che unisce le generazioni, quelle che non ci sono più, la nostra e poi quelle che verranno alle quali va tramandata la nostra cultura e i nostri ricettari".
Personalità eclettica, la Marchig non ha bisogno di presentazioni in questa nostra area. Giornalista, poetessa, scrittrice e traduttrice, drammaturga, paroliera, performer, operatrice culturale e attivista politica sono i tanti settori in cui si contraddistingue. "Sai - dice - quando arrivi a un certo punto e pian piano vedi scomparire i tuoi cari, si crea un vuoto che devi colmare e lo riempi di ricordi. E i ricordi che emergono sono quelli belli, dei tempi felici, dei pranzi fatti assieme, delle ricette di famiglia". Una di queste è per l'appunto lo schmarrn, ovvero kaiserschmarrn, ricetta della nonna Maria Triscoli di cui il libro prende il nome o ancora quella semplicissima del "pan con l'oio" che la Marchig si gustava con il suo papà.
Le ricette in realtà sono solo una scusa per andare alla ricerca e scoprire chi siamo. "Esatto: chi siamo e dove appoggiamo i piedi", conferma la nostra interlocutrice svelando che il grande protagonista di questo racconto è il territorio e non solo quello di Fiume o del microcosmo di Cosala, ma c'è tutto il Quarnero e l'Istria inglobati in quel panorama mitteleuropeo contraddistinto da quella multiculturalità e plurietnicità che lo rende specifico. E che è linfa vitale per la Marchig che da quest'area trae nutrimento per la scrittura, ma prima di tutto per il suo modo di pensare, vivere e relazionarsi con gli altri. "Appartenendo alla comunità italiana oltre che all'attenzione verso tutto quello che è italiano ho -fortunatamente- sviluppato un forte interesse verso gli altri e conoscere le culture a contatto è diventato il mio motto, il mio credo", sostiene la scrittrice.

Foto: MMC RTV SLO/Foto: Laura Marchig/facebook
Foto: MMC RTV SLO/Foto: Laura Marchig/facebook

I valori del territorio come quelli della numerosa e variegata famiglia della Marchig sono percettibili in ogni pagina di Schmarrn. "Mio padre aveva nove fratelli e sorelle di cui rimangono vivi zia Silvia e zio Marcello, mia madre ne aveva tredici", ricorda l'autrice non mancando di illustrare quei due mondi che sicuramente l'hanno formata e che in lei convivono. "Diciamo che provengo da famiglie diverse, quella di mamma era un nucleo contadino e molto religioso; vissuta oltre il Monte maggiore, mescolata agli istroromeni e quindi appartenente a quell'Istria magica in cui tutto, dagli alberi ai fenomeni naturali, era spiegato attraverso leggende. Dall'altra parte la famiglia di papà: atea, materialista, razionalista, piena di scienziati, ingegneri, professori con il nonno che era stato uno dei leader della rivoluzione albonese".
Laura Marchig che da anni è attiva pure politicamente con la formazione regionalista "Lista per Fiume" e nell'Associazione Libero comune di Fiume che rappresenta pure nell'esecutivo della Fondazione europea Coppieters non nasconde di avere dinanzi ancora tanti progetti e iniziative. Dovrebbe uscire in questi giorni il CD tratto dalla sua commedia musicale "Noi torneremo" mentre invita tutti a visionare il medio metraggio "La musica unisce/ Il mio mondo in un piatto" collegato al ricettario di famiglia "Schmarrn".

lpa

Foto: MMC RTV SLO/Foto: Laura Marchig/facebook
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