"Noi della sezione capodistriana del SDS siamo assolutamente a favore che le targhe rimangano al loro posto", afferma senza alcuna esitazione il consigliere comunale del partito Democratico Jure Colja, spiegando che secondo loro l'unico modo per il Comune di inviare "un segnale chiaro" è lasciando "le targhe intatte, esattamente dove sono state collocate". Queste, infatti, hanno "un valore storico indiscutibile", come dimostra il fatto che abbiano ottenuto la luce verde da parte dei Beni culturali.
"La procedura avviata dall'ispettorato per la Cultura e i Media, ossia l'accusa di violazione e la richiesta di rimozione delle tabelle", secondo i Democratici capodistriani rappresenta "una totale mancanza di rispetto in primis per il patrimonio culturale locale e poi per l'identità della città", e perciò le ragioni di una mossa di questo tipo da parte di questo ente restano per loro "poco chiare". Purtroppo, però, secondo Colja, in questa vicenda non si può ignorare il fatto che "questo ispettorato fa capo al ministero della Cultura, guidato dalla Sinistra, proprio il partito di coalizione, che ora dice di impegnarsi per la salvaguardia delle tabelle". Secondo il consigliere qualcuno avrebbe "in mano le forbici e il tessuto", dimostrando una certa ambiguità. In ogni caso si spera che le promesse vengano mantenute "almeno questa volta" e che "la storia indiscutibile di Capodistria rimanga intatta e venga rispettata".
"Se proprio si deve discutere della rimozione di targhe o dei nomi di vie e piazze", conclude Colja, "si inizi allora a parlare di eliminare i nomi di piazze e strade intitolate a dittatori e funzionari di regimi totalitari, come avviene in tutti i paesi democratici".
Barbara Costamagna