Foto: Radio Capodistria
Foto: Radio Capodistria

Nel gennaio 2023, dopo un incontro tra la presidenza della Can di Capodistria e il presidente della Comunità degli Italiani “Santorio Santorio”, Mario Steffè, è stato deciso di commissionare quanto prima lo studio statico del palazzo, poco più di 30 anni dopo il primo restauro completo avvenuto nei primi anni ’90. Per questo percorso è stato scelto l’Istituto nazionale sloveno per l’edilizia, il quale, dopo una raccolta della documentazione, ha iniziato gli scavi nel periodo meno invasivo, visto l’uso pubblico dell’edificio. A gennaio 2024 hanno esaminato 25 punti riguardo le fondamenta, i muri portanti e le strutture in legno. Quattro mesi dopo, ad aprile, hanno inviato una relazione di oltre 160 pagine, che comprende una sintesi dello stato attuale dell’immobile e linee guida su come procedere per un eventuale intervento di restauro.

Maggiori dettagli ce li ha forniti Roberta Vincoletto, presidente della Can di Capodistria.
“Cosa propongono di fare: rafforzare le fondamenta dall’interno, per il legno anche rafforzarlo nelle parti che loro hanno evidenziato, per quanto concerne i muri in pietra, la parte più antica, andrebbero snelliti in quanto troppo appesantiti. La cosa fondamentale, dove vedono il problema, quindi la più urgente, sarebbe creare un sistema di cablaggi per tutti i piani, da fare sia a livello orizzontale, che verticale e dorsale, nel caso di terremoto.”

La fase successiva dovrebbero portarla a termine entro la fine dell’anno 2024.
“La prossima procedura prevede altri studi e un progetto di risanamento strutturale dell’edificio. Chiederemo che venga fatto per fasi, tenendo conto di quelle che sono le finanze dell’ente e che il palazzo è in uso, quindi non è nostra intenzione chiuderlo, o almeno renderlo inagibile il meno possibile. Devo ricordare che questo edificio è tutelato, quindi tutti i passaggi dovranno essere concordati e convalidati con l’Istituto per la tutela dei beni culturali.”

B.Ž.