La partita si gioca all’ultimo voto. La mozione può contare sulle firme dei 38 deputati che formalmente fanno parte della coalizione, ma il partito Nazionale ha già annunciato che appoggerà l’iniziativa. A decidere lo scontro saranno i deputati del Partito dei Pensionati e quelli delle minoranze nazionali.
Oramai si dà per scontato il voto con il governo di Robert Polnar del Desus, mentre si vocifera sull’appoggio anche di altri due parlamentari del partito: Branko Simonovič e Ivan Hreščak. A conti fatti, quindi, si potrebbe arrivare a 44, forse 45 se dovesse aggiungere anche il sì di Franc Jurša, anch’esso del Desus. Riflettori puntati quindi sui deputati delle minoranze. Ieri Felice Žiža ha affermato che voteranno secondo coscienza. Non è escluso quindi che gli esponenti degli italiani e degli ungheresi possano fare anche scelte diverse. Žiža, domenica ai nostri microfoni, per l'ennesima volta, ha ribadito di non volere fare da ago della bilancia, soprattutto quando si tratta di sfiduciare qualcuno, ma ha anche precisato che si sarebbe consultato sul da farsi con gli altri esponenti politici della minoranza.
Dal governo intanto assicurano di avere i 46 voti necessari per defenestrare Zorčič, mentre Jožef Horvat non ha mancato di sottolineare che se l'operazione non dovesse riuscire potrebbero aprirsi le porte delle elezioni anticipate. Dal centrosinistra intanto hanno dato ad intendere ai deputati delle minoranze che non è loro compito decidere le sorti politiche del paese e che la cosa non sarebbe nemmeno in armonia con la prassi parlamentare slovena.
Alle elezioni del 1996 la coalizione formata da Popolari, Democratici e Democristiani ottenne 45 deputati, mentre Demoliberali, Socialdemocratici, Partito dei pensionati e Partito Nazionale ne avevano 43. Il centrosinistra insieme ai nazionalisti, ai deputati delle minoranze ed ad un transfuga della Democrazia Cristiana riuscì a far eleggere primo ministro, Janez Drnovšek. All’epoca il centrodestra la prese così male che tentò addirittura di imporre delle limitazioni del voto dei deputati minoritari. L’operazione non andò in porto.
Stefano Lusa