Il deputato della Comunità Nazionale Italiana, Felice Žiža, oggi ha partecipato all’incontro convocato dal presidente Borut Pahor, per discutere con gli esperti e le forze politiche della situazione epidemiologica nel paese. Alla fine il governo ha disposto il blocco di undici giorni, in concomitanza delle vacanze pasquali.
“I provvedimenti sono stati consigliati dal gruppo tecnico scientifico e poggiano sui dati statistici. La maggior parte era d’accordo per la chiusura. Io non lo ero proprio su tutta la linea. Avrei lasciato aperte le scuole fino alla V elementare, con le mascherine obbligatorie per i bambini e ventilando gli ambienti, come si sta facendo anche oggi”.
“Non ero accordo nemmeno sulle ulteriori restrizioni per il passaggio del confine, tra Slovenia e Croazia. C’è comunque un mezzo accordo, che avevamo preso a suo tempo con il ministro dell’Interno Aleš Hojs, secondo cui ne avremmo riparlato dopo le festività pasquali. A questo punto non lo faremo il 7, ma il 12 aprile. L’obiettivo è far tornare tutto come prima del 15 marzo, quando venne introdotta l’obbligatorietà del tampone rapido per i lavoratori frontalieri e per tutta una serie di altre categorie”.
"Il problema che adesso ci stiamo attivando per risolvere è, invece, quello del rispetto del bilinguismo dei certificati di negatività al Covid. Domani interverrò presso il ministero dell’Interno, assieme al presidente della Comunità autogestita Costriera e a quelli delle CAN comunali. L’obiettivo è arrivare ad un trattamento paritetico della nostra lingua, che è ufficiale sul territorio”.
Intanto la Slovenia è alle prese con l’ennesima crisi politica. In parlamento la coalizione di governo si assottiglia ed i voti dei due deputati delle minoranze stanno acquisendo sempre maggior peso.
La coalizione ha perso in questi giorni tre deputati, che se ne sono andati dal Partito del Centro Moderno. Tra di essi anche il presidente del Parlamento, Igor Zorčič. Le forze di governo non nascondono l'intenzione di voler trovare il suo sostituto. Per defenestrarlo ci vorrebbero 46 voti, che al momento senza i voti dei deputati delle minoranze non ci sarebbero. I due però hanno sempre ribadito di non voler fare l’ago della bilancia nel confronto politico tra destra e sinistra in Slovenia.
“Noi – precisa Žiža- dobbiamo continuare a percorrere la strada che ci siamo prefissati sin dall’inizio e che è stata percorsa anche dai deputati che ci hanno preceduto. Loro non hanno mai fatto da ago della bilancia quando c’era da sfiduciare qualcuno e credo che dobbiamo continuare in questa direzione, anche per quanto riguarda Igor Zorčič. In ogni modo, con il mio collega ungherese, abbiamo deciso di confrontarci con i vari rappresentanti delle nostre istituzioni politiche. Nei prossimi giorni ne parleremo, in una riunione allargata della presidenza della Comunità autogestita costiera, per verificare se questa posizione debba essere mantenuta, soprattutto laddove questo possa modificare gli equilibri politici all’interno del parlamento”.
Stefano Lusa