Il recupero della relazionalità dopo il periodo sofferto della didattica a distanza, la valutazione come processo sempre più centrato sull'alunno e sullo studente, l'autorità mancante degli adulti: se ne parla al sessantesimo Seminario di lingua e cultura italiana, classico appuntamento di formazione in servizio per i docenti delle scuole della minoranza, in programma a Capodistria fino a domani con la partecipazione di una sessantina di iscritti, compresa una piccola quota di insegnanti di italiano L2. Questa nuova edizione si svolge presso l'elementare slovena della Bonifica - anche sede provvisoria dell'elementare italiana Vergerio - ed ha per titolo "Creare ambienti di apprendimento sicuri e stimolanti".
Accanto a lezioni e laboratori affidati alla professoressa Serafina Pastore, docente di Didattica generale all'Università di Bari, la prima giornata di lavori ha previsto come da tradizione un momento aperto al pubblico più largo, con la cerimonia di inaugurazione al Teatro comunale, ospite d'onore lo psicoanalista argentino - ma triestino d'adozione - Aldo Raoul Becce, che, introdotto dalla consulente pedagogica italiana in Slovenia Marisa Semeraro, si è soffermato sulla necessità, da parte degli adulti, di dare alle nuove generazioni limiti precisi nella crescita, ricostruire punti fermi. "L'elogio del confine, come ho intitolato il mio intervento", dichiara Becce a Radio Capodistria, "è l'elogio del dire no, che è necessario, che i genitori possono dire, in un'epoca in cui è molto più facile dire di sì a tutto. Questo però crea nei bambini una sensazione che l'altro non c'è".
In apertura gli indirizzi di saluto delle autorità e dei rappresentanti degli enti organizzatori (il Consolato generale d'Italia e l'Istituto dell'educazione, insieme alla CAN costiera e all'UPT) hanno sottolineato l'importanza del seminario giunto al traguardo dei 60 anni, "un'iniziativa di indubbio valore", ha detto il console Giovanni Coviello, auspicando "che questo e i successivi seminari si confermino un'ottima occasione per migliorare ulteriormente la conoscenza della lingua e della cultura italiana". Per il deputato Felice Žiža le scuole italiane devono essere delle scuole di prestigio e di riferimento sull'intero territorio: a questo occorre puntare, perché strumenti e risorse ci sono.
Un pensiero, da parte di tutti, è andato al Medio Oriente e ai tantissimi bambini vittime della guerra.