Un'occasione per riflettere sulla cultura come strumento di unione a un anno dall'entrata della Croazia in area Schengen
Non è un luogo come tanti, a Trieste, il Magazzino 26 del Porto vecchio. Perché qui hanno anche trovato nuova sistemazione le masserizie degli esuli, testimonianza silenziosa di un dramma da non dimenticare. Ma se quella ferita ha segnato dolorosamente le nostre terre, l'ingresso di Slovenia e Croazia nell'Unione Europea ha aperto un capitolo nuovo, moltiplicando gli sforzi per superare confini e divisioni, mettere in dialogo le diverse componenti etnico-linguistiche, esuli e rimasti.
Anche la letteratura può contribuire ad abbattere i muri, attraverso "gli autori che uniscono le genti". Come alcuni scrittori fiumani del Novecento, Enrico Morovich, Paolo Santarcangeli e Franco Vegliani (suo il celebre romanzo "La frontiera"), al centro di un progetto congiunto della Comunità degli italiani di Fiume e dell'Associazione Fiumani Italiani nel Mondo, che ne hanno curato la pubblicazione in due versioni, italiana e croata. La traduzione di autori che si rivolgono a tutte le culture è stato uno dei momenti salienti dell'incontro "Letteratura sopra i confini", che si è svolto nella Sala Luttazzi del Magazzino 26 a un anno dal dibattito "Mai più confini", tenuto a Palazzo Modello di Fiume nel gennaio 20023 in occasione dell'entrata della Croazia in area Schengen.
Altro aspetto affrontato nell'evento triestino - aperto dagli interventi di Franco Papetti (presidente AFIM) e Melita Sciucca (presidente della Comunità degli italiani di Fiume) - quello dell'informazione di confine, che dovrà essere sempre più importante e rafforzata negli auspici del presidente dell'Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia Cristiano Degano.
Nel susseguirsi delle voci, delle testimonianze - con l'apporto delle comunità slovena e croata triestine, l'impegno del Circolo Istria - , anche la presenza del sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna. "Lo slogan di Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della cultura 2025 è Borderless", ha ricordato, "un sogno che abbiamo coltivato a lungo, anche se ora Schengen è stato sospeso, speriamo per poco".
Alla moderatrice Rosanna Turcinovich Giuricin, direttrice del mensile "La Voce di Fiume", il compito di tirare le fila: "Ci eravamo dati questo impegno, di incontrarci un anno dopo per capire a che punto siamo. Direi che nonostante tutto, nonostante i confini siano stati ripristinati, anche se solo dal punto di vista amministrativo e ci abbiano creato un forte dolore, riusciamo comunque a raccogliere qualcosa di molto importante: si è aperta, anzi spalancata una porta. Stiamo ragionando insieme, maggioranze e minoranze di questo territorio, su ciò che possiamo fare per renderlo più vivibile, più vicino a tutti, più importante".