Sono numerosi nella nostra regione i traduttori che nel corso dell’anno avranno modo di parlare della propria esperienza e delle opere che hanno tradotto da diverse lingue come quella italiana, inglese, francese, russa, croata, bosniaca, slovacca, ucraina e neogreca. Ad aprire le danze, in una sala gremita, è stato Gašper Malej, classe 1975, nato a Capodistria, dove tuttora vive e lavora, dal 2004 come libero professionista. Autore di poesie, di prosa breve, di critica letteraria e teatrale. Diverse le pubblicazioni dal 1992 su quotidiani, riviste culturali su altri media. Dal 2000 è membro attivo dell’associazione dei traduttori letterari sloveni e del comitato di redazione della rivista 2000. Impegnato anche come redattore e particolarmente attivo nella traduzione della letteratura italiana. Almeno 30 le opere tradotte da Pasolini, Pavese, Svevo, Campana, Calvino, Tabucchi, Cappello e molti altri. Un mondo letterario, il suo, che lo ha portato a vincere innumerevoli riconoscimenti come il premio nazionale sloveno Zlata Ptica (uccello d’oro) nel 2011 e il Premio del Ministero italiano della cultura per la traduzione nel 2016. Tanti anche i festival e gli eventi ai quali ha partecipato in Slovenia e all’estero; la sua poesia, inoltre, è stata tradotta in circa venti lingue e pubblicata su svariate antologie e riviste.
Malej con le sue traduzioni ha avvicinato alla letteratura molte persone considerandola un bene pubblico comune. Durante la sua carriera ha tradotto anche molte opere di autori istriani come, ad esempio, quella di Alessandro Damiani, in collaborazione con l’Unione italiana, e ha inoltre contribuito alla traduzione, insieme ad altri, dell'antologia della professoressa Nives Zudič Antonić che si intitola Storia e antologia della letteratura italiana a Capodistria, Isola e Pirano.
Una passione per la traduzione nata ai tempi dell’università che ha frequentato a Lubiana. Sempre a stretto contatto con la lingua e la cultura italiana, grazie anche ai tanti viaggi fatti dove ha conosciuto diversi autori e ambienti letterari che lo hanno portato a voler proseguire sulla strada della traduzione. Amante degli autori del Novecento ai quali si è subito dedicato.
Un processo, la traduzione, non sempre facile ma anzi che spesso porta il traduttore a fermarsi, vivere momenti di sconforto e di blocco. È importante secondo Malej, trovare la chiave e il metodo giusto lasciandosi guidare dall’autore dell’opera. La traduzione, infatti, non significa soltanto tradurre da una lingua all’altra, è necessario trovare quell’essenza in più. Ha aggiunto che le parole rappresentano il mezzo per dare voce ai nostri pensieri.
Infine, parlando di futuro ha anticipato qualcosa che vedremo collegato al progetto della capitale della cultura di Gorizia 2025 che riguarda il personaggio di Franco Basaglia, noto per essere stato un innovatore nel campo della salute mentale.
Un autore e traduttore indefesso; una penna fine e come scrive Fabiano Alborghetti, nella prefazione di Sotto quel continente (di Gašper Malej e traduzione di Darja Betocchi): “Gašper Malej è un poeta della voce, una voce che non è una meta certa, indirizzata con estrema chiarezza per forgiare la consapevolezza della pluralità ma indicando anche le sollecitazioni che queste pluralità contengono, e sempre partendo da un io singolo (che abita e che parla).”