Simbolo del secolo dei grandi reporter del calibro di Cartier Bresson e di Robert Capa, fotoreporter che ritrae l'umanità dei suoi soggetti, spesso uomini e donne delle popolazioni indigene, Sebastião Salgado porta a Trieste un'esposizione che si incentra sul tema ecologista, anticapitalista ma anche appunto umanista e lancia il messaggio: "Non date per persa l'Amazzonia".
Nel Salone degli Incanti, l'ex Pescheria di Trieste, 200 fotografie in bianco e nero riprendono il mondo ambientale, meraviglioso e fragile, degli immensi panorami amazzonici.
Sono il frutto di sette anni di viaggi che il fotografo brasiliano ha compiuto in Amazzonia, vivendo con le 12 tribù immortalate, una testimonianza visiva di grande impatto della natura selvaggia e degli antichi popoli che la abitano, ma anche un monito e un appello urgente alla responsabilità di proteggere dalla distruzione questo ecosistema, patrimonio universale. Dalle vedute aree ai ritratti degli indigeni, un'esposizione di grande impatto. Al centro, tre baracche ricostruiscono l'ambiente di vita degli abitanti.
La mostra, estesa su duemila metri quadri, è stata curata dalla moglie di Salgado, Lelia Wanick, ed è accompagnata dalle musiche originali di Jean Michel Jarre. "Io sono un documentarista: non ricerco la sofferenza, ritraggo l'umanità" ha spiegato l'autore in merito alla scelta dei soggetti e del messaggio che vuole mandare. "Amazzonia" si visita fino al 13 ottobre.
Diana Sellibara
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