Uno sguardo sull'Istria di un tempo, colta dall'obiettivo di uno dei più importanti fotografi triestini della prima metà del Novecento. Al Museo istriano di via Torino a Trieste, "Istria. Immagini di Francesco Penco" è la mostra appena inaugurata dall'IRCI a cura di Claudio Ernè e di Piero Delbello, con oltre duecento immagini sia fotografiche che tratte da filmati in 35 mm realizzate in varie località istriane fra gli anni Dieci e tutti gli anni Quaranta.
I temi sono tanti e sempre visivamente affascinanti: dal sanatorio di Ancarano in un reportage degli anni Dieci agli squeri piranesi e capodistriani, alle colonie estive come quella di Sesana inaugurata nel 1938. Momenti di vita quotidiana ma anche eventi e situazioni particolari: Penco (1871-1950), che dopo un'intensa attività fotografica a partire dagli anni Venti si dedica anche all'attività cinematografica, realizzando dei cinegiornali ante litteram, ci ha lasciato le riprese filmate della festa per l'annessione all'Italia di Capodistria del 1921 e di quella di Fiume del 1924. Una serie di scatti documenta i funerali del maestro antifascista Antonio Sema, che si svolsero in una Pirano blindata nel 1946. La rassegna si conclude con Francesco Penco testimone della storia sofferta di Trieste e l'occupazione jogoslava della città nel maggio del 1945, mentre alcune altre immagini, opera dello studio Penco, riprendono le lotte per l'italianità di Trieste.
L'esposizione, che si visita fino al 15 marzo, è corredata da un ricco catalogo curato da Claudio Ernè, giornalista e fotografo che con la sua ricerca ha scoperto e salvato l'opera di questo fotoreporter in anticipo sui tempi, un testimone delle vicende salienti del primo Novecento nelle nostre terre.