Ultimo discendente in linea maschile del ramo piranese dei conti Rota di Momiano, Stefano Rota, erudito, studioso appassionato delle patrie memorie e compositore dilettante vissuto tra il 1824 e il 1916, è uno di quei figli benemeriti di Pirano che la città ha dimenticato e che la Società di studi storici e geografici piranese, presieduta dallo storico Kristjan Knez, si sforza di far conoscere. Primo curatore dell'Archivio cittadino e direttore della Biblioteca civica, a lui sono stati dedicati nel 2016 alcuni eventi commemorativi nella ricorrenza del centenario della morte e l'anno dopo - sempre a cura della Società - una giornata di studi. Si colloca su questa scia l'allestimento della mostra documentaria, realizzata con un ampio partneriato, che l'associazione inaugurerà martedì 14 novembre alla Casa Tartini (ore 18.30), intitolata "Testimonianze di venezianità nell'Archivio municipale di Pirano e la figura del suo curatore, conte Stefano Rota".
Diversamente da quello di Capodistria, l'antico archivio di Pirano si è mantenuto quasi intatto dai tempi più lontani, e le carte che vi sono conservate consentono di studiare secoli di vita cittadina, intrecciati con la storia della Serenissima fin dalla dedizione datata 1283. Parallelamente, come detto, l'attenzione è rivolta al conte Stefano e al casato dei Rota, la nobile famiglia dalle origini bergamasche che dal Cinquecento ha legato il proprio nome al castello di Momiano. Proprio a Momiano la rassegna approderà nei prossimi mesi, dopo Pirano e dopo Padova, il cui Comitato dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia ha avuto una parte nella realizzazione del progetto, al quale hanno inoltre contribuito il Centro "Combi" di Capodistria e le Comunità degli italiani di Pirano e di Momiano.