"Questo è uno dei compiti del nostro teatro: onorare i figli illustri e custodire la tradizione, nel fuoco dell'arte del palcoscenico". Parola del direttore dello Stabile del Friuli Venezia Giulia Paolo Valerio, che per l'inaugurazione della nuova stagione triestina, il 3 ottobre, ha scelto di portare in scena al Rossetti una nuova versione teatrale di "La coscienza di Zeno", celebrando così il centenario del famoso romanzo psicanalitico di Italo Svevo, uscito per la prima volta nel 1923. Dopo che tanti altri grandi attori italiani hanno interpretato il personaggio, sarà ora Alessandro Haber - diretto da Valerio - a dare il volto a Zeno Cosini, il protagonista che "si crede un malato eccezionale di una malattia a percorso lungo", come dice lo stesso Svevo. Un interprete carismatico e fuori da ogni cliché per una figura complessa e sempre attualissima.
In totale sono una quindicina gli spettacoli prodotti dallo Stabile in scena nella prossima stagione, a cui si aggiunge una ricchissima e variegata proposta di spettacoli ospiti, nazionali e internazionali: il centinaio di titoli in cartellone, come è stato osservato, colloca Trieste in testa all'offerta dei maggiori teatri italiani. Cento, suddivisi fra i più diversi generi e linguaggi, dalla prosa al musical, dalla danza al circo, alla comicità.
Nel segno della valorizzazione della cultura del territorio non solo "La coscienza di Zeno", ma anche le produzioni affidate allo scrittore triestino Mauro Covacich, che inaugura la programmazione della Sala Bartoli il 4 ottobre con il nuovo "Saba", dedicato alla Trieste letteraria del Novecento, e riprende la lezione-spettacolo su "Svevo" dopo due anni di successi in tutta Italia. Tra i primi appuntamenti ci sarà poi "Il Vajont di tutti" del friulano Andrea Ortis, che in modo toccante ricorderà l'anniversario del disastro del 1963.