Una personalità complessa e multiforme, uno scrittore vissuto fra due mondi, devoto alla propria lingua madre e alle proprie radici e allo stesso tempo a strettissimo contatto fisico e culturale con l'Italia. Cent'anni fa, nel 1924, nasceva a San Pelagio, sul Carso triestino, Alojz Rebula, autore di oltre quaranta opere, fra romanzi, racconti, saggi, riflessioni politiche e religiose, che ne fanno insieme a Boris Pahor una delle figure preminenti della letteratura slovena a Trieste a cavallo tra il secondo e il terzo millennio.
Nella ricorrenza dell'anniversario, la Biblioteca Dušan Černe dedica allo scrittore un incontro che si svolgerà oggi pomeriggio, alle 18, nella sala Peterlin del Centro culturale sloveno di via Donizetti, con una conferenza e la presentazione di una mostra delle opere di Rebula disponibili per il lettore italiano. Si tratta in gran parte di traduzioni, divenute negli anni via via più numerose: tra queste i tre volumi delle Edizioni San Paolo, pubblicati in collaborazione con la stessa Biblioteca triestina, che comprendono il romanzo "Notturno sull'Isonzo" e due raccolte di saggi, in cui l'autore (scomparso nel 2018) affronta i temi della fede, dell'appartenenza etnica e della cultura, trasformando l'esperienza personale in motore per il confronto e la conoscenza universale. Opere che raccontano anche l'amore di Rebula per i classici greci e latini e per la poesia di Dante. Un altro romanzo fra i suoi più noti, "La peonia del Carso", è invece apparso da La nave di Teseo.
L'incontro sarà anche l'occasione per visitare la sezione della Biblioteca Černe che accoglie la raccolta di libri donati dallo scrittore.