Ripartita a ottobre con un incontro sulla delicata questione dei "quadri istriani", la nuova stagione di Agorà - sempre curata dalla linguista Vesna Mikolič, sempre con l'adesione della Comunità degli italiani di Capodistria "Santorio Santorio" e dell'Associazione dei giovani della Comunità nazionale italiana - è proseguita nel solco dell'arte ma con lo sguardo rivolto piuttosto al presente. Come è emerso dagli interventi, il tema di una mostra permanente capace di testimoniare la vivacità artistica del territorio è da lungo tempo oggetto della riflessione degli addetti ai lavori, almeno dal 1994, l'anno di un'importante retrospettiva realizzata dal Museo regionale; ma idee e proposte si sono finora risolte in un nulla di fatto.
Oggi gli enti primariamente interessati sono le Gallerie costiere di Pirano, centro propulsore dell'arte visiva contemporanea nell'area costiera, che, sorte negli scorsi anni Settanta, svolgono una ramificata attività e possiedono una vastissima collezione di opere (oltre mille pezzi), anche di artisti locali; e la Galleria Insula di Isola, espressione dell'omonima associazione, che in 35 anni ha contribuito anch'essa in modo significativo alla promozione degli artisti della regione.
E dunque - ci si è chiesti - da dove partire? Dare concretezza al progetto implica naturalmente l'individuazione di una sede, di spazi: è il punto fondamentale. Inoltre occorre capire quale potrebbe essere il termine da cui iniziare: gli anni Venti del Novecento? lo 'strappo' del 1954? o magari gli anni Ottanta? E secondo quali modalità esporre il materiale?
Certo che prima che al 'concetto' - si è infine convenuto - bisogna pensare al 'consenso': dell'opinione pubblica e dei decisori politici. Senonché al Caffè della Loggia le istituzioni ieri erano del tutto assenti. Anche, spiace dirlo, quelle della minoranza italiana, di cui sarebbe stato interessante ascoltare l'opinione. Scarsissimo, peraltro, l'uditorio.