L'ECOFIN ha chiuso, a poco più di un anno dal primo voto dell'europarlamento, il lungo percorso della direttiva sulle case green. NO dell'Italia, che ha espresso voto contrario, insieme all'Ungheria. La legge è passata con 20 voti a favore, ne bastavano 15 su 27. La norma quadro definirà le regole per la riqualificazione energetica degli immobili di tutta Europa entro il 2050. Il penultimo passaggio è avvenuto nell'aprile scorso con il via libera degli Stati membri i cui ambasciatori, nella riunione COREPER, in un punto senza discussione hanno confermato l'accordo raggiunto con l'europarlamento. Nessuna obiezione è stata sollevata e la direttiva, sempre senza discussione, è stata confermata all'ECOFIN. L'ultimo passaggio prevede l'approdo della legge sulla Gazzetta Ufficiale europea. Se fino a qualche settimana fa l'ipotesi era stata di indicare dei requisiti stringenti per i singoli edifici, non lasciando spazio ai Paesi membri, ora questi ultimi dovranno definire dei piani per la riduzione dei consumi del loro patrimonio edilizio residenziale. Nel 2050 si dovrà avere un patrimonio edilizio a zero emissioni. Fino a quella data gli Stati dovranno assicurare un miglioramento progressivo facendo fede alle medie di consumo con obiettivi intermedi di riduzione del 16 per cento al 2030 e del 22 per cento al 2035. La direttiva pone un vincolo, la maggior parte delle ristrutturazioni dovranno riguadare il 43 per cento meno performante del patrimonio edilizio, quindi gli obiettivi non potranno essere raggiunti solo grazie agli immobili nuovi. L'altro grande tema riguarda l'abbandono dei combustibili fossili a partire dalle caldaie a gas metano nelle abitazioni. Il bando completo è previsto nel 2040. Se gli incentivi fiscali per le caldaie saranno cancellati a partire dal 2025 è stato esplicitamente stabilito che sarà possibile dare incentivi ai sistemi di riscaldamento ibridi come quelli che combinano le caldaie alle pompe di calore.
Franco de Stefani