Un viaggio pianificato in occasione della presentazione all’Assemblea Generale del Bureau International des Expositions della candidatura di Roma all’Expo 2030, ma che si è trasformato nel giro di 48 ore anche in un appuntamento bilaterale con il presidente francese Emmanuel Macron: un’occasione per migliorare le relazioni fra Italia e Francia, divise negli ultimi mesi sui temi come l’immigrazione, e dalle nemmeno troppo velate accuse di sovranismo lanciate da Parigi a Roma.
Meloni è giunta nel pomeriggio, e l’evento centrale era ormai diventato l’incontro all’Eliseo: la premier italiana è stata accolta da Emmanuel Macron, che, come riportato anche dalla stampa francese, sta lavorando affinché le relazioni tra Francia e Italia tornino alla normalità, e i toni della dichiarazione congiunta sembrano confermate questa linea.
"Italia e Francia – ha detto Meloni - sono due nazioni legate, centrali e protagoniste in Europa, che hanno bisogno, particolarmente in un momento come questo, di dialogare perché molti e convergenti sono i nostri interessi comuni”.
Macron ha ricordato la firma del Trattato del Quirinale che "sigilla l'amicizia" tra Francia e Italia, e "i legami – ha detto - tra le nostre società, le nostre economie, le nostre università, i nostri artisti, che fanno vivere ogni giorno questo rapporto così unico che esiste tra l'Italia e la Francia”, “È questa amicizia – ha aggiunto - che mi interessa prima di tutto, quella che permette talvolta di far vivere le controversie, i disaccordi, ma in un quadro sempre rispettoso perché si iscrive in una storia più grande e profonda di noi".
Macron ha poi invocato la necessità di rafforzare la politica comune dell'Unione europea sull’immigrazione e sottolineato la necessità di rafforzare "il controllo delle nostre frontiere esterne".
Fra i temi del colloquio, accanto alle relazioni bilaterali, anche la stessa candidatura di Roma all’Expo, il Consiglio europeo che si terrà a Bruxelles il 29 e 30 giugno, il vertice Nato di Vilnius l'11 e 12 luglio prossimi, accanto al sostegno congiunto all'Ucraina.
Poco prima Giorgia Meloni aveva parlato nel corso della presentazione della candidatura di Roma all’Expo 2030, avvenuta dopo quelle delle due rivali, l’Arabia Saudita con Riyad e Busan in Corea del Nord.
Unite da un fattore comune, quello della tutela dell’ambiente della sostenibilità, le candidature si sono differenziate nello stile: più puntata su tecnologia e grandi infrastrutture la presentazione di Riyad, mentre Busan, rappresenta fra gli altri da Psy, il cantante del tormentone “Gangnam style”, ha sottolineato le politiche per il sociale e l’incontro fra tecnologia e natura.
Giorgia Meloni e gli altri relatori, nella presentazione aperta da un video messaggio di Russel Crow, l’attore che ha interpretato il Gladiatore, hanno invece sottolineato come il parco dell’Expo a Roma, che sarebbe realizzato a sud della città, unirebbe la storia millenaria della città e dell’Italia con il futuro, come la stessa Premier ha ribadito nel suo intervento. “Roma è la città universale per eccellenza, la prima megalopoli della storia, che ha vissuto e continua a vivere rigenerandosi costantemente. È stata la capitale del dialogo tra le grandi religioni monoteiste – ha detto - e ospita dozzine di organizzazioni internazionali", ha dichiarato Meloni. La premier ha ricordato come la città sia "una capitale della cultura, uno dei più grandi poli universitari del mondo, nonché di centri di ricerca e tecnologia all'avanguardia”. “Portiamo – ha concluso – la storia nel futuro”. La scelta del 410 delegati del BIE avverrà a novembre.
Alessandro Martegani