Disordini al Parlamento serbo, dove i deputati dell'opposizione hanno inscenato una rumorosa protesta all'inizio della nuova sessione di lavori dell'Assemblea. L'intervento della Presidente del Parlamento Ana Brnabič e la successiva approvazione dell'ordine del giorno dei lavori sono stati interrotti a più riprese da cori, fischi e dal lancio di petardi e fumogeni.

Il bilancio parla di tre feriti tra i parlamentari. Per l'opposizione la sessione era illegale perchè si dovevano prima confermare le dimissioni del Premier Vučevič e del suo Governo. L'incidente riflette una profonda crisi politica in Serbia dove le proteste anticorruzione durate mesi hanno scosso l'esecutivo. Vučevič si è dimesso nel gennaio scorso, ma il Parlamento deve confermare le sue dimissioni affinché abbiano effetto. Durante la protesta si sono registrate zuffe e colluttazioni tra gli esponenti delle opposte fazioni. La contestazione è andata di pari passo con il proseguire delle proteste di piazza da parte di studenti e altre categorie di lavoratori con raduni, cortei e blocchi stradali nella Capitale Belgrado, a Novi Sad e in altre città serbe. La mobilitazione continua dal novembre scorso, dopo il crollo alla stazione ferroviaria di Novi Sad di una pensilina che ha causato la morte di 15 persone. Il sinistro è stato attribito all'incuria e alla mancanza di controlli legati alla corruzione dilagante nelle alte sfere politiche e dell'amministrazione. Non sono servite le dimissioni di Vučevič né l'accoglimento da parte delle autorità delle richieste degli studenti. Il movimento di protesta ha assunto toni politici mirando ai vertici del potere a partire dal Presidente Vučič, ritenuto il primo responsabile del regime instauratosi, con scarsa democrazia e controllo sui media.
Franco de Stefani