Non accenna a scemare lo scontro tra Bruxelles e Budapest. Un gruppo di 63 eurodeputati ha chiesto ai vertici europei di togliere i diritti di voto ungheresi all'interno del blocco in risposta alle recenti visite del Premier e attuale Presidente di turno europeo Orban a Mosca e Pechino. Prima di incontrare Trump, Orban ha avuto colloqui diretti con il Presidente russo Putin, quello cinese Xi Jinping e con quello ucraino Zelensky in una missione di pace volta a chiudere la crisi ucraina. L'Ungheria è alla Presidenza di turno europea ed è responsabile dell'organizzazione dei vertici dei 27, conosciuti come il Consiglio Europeo, fino al 31 dicembre prossimo. Gli europarlamentari hanno affermato che Orban ha deliberatamente indicato di agire per conto dell'Unione Europea senza avere l'autorità per farlo. Secondo i politici Orban avrebbe causato significativi danni andando oltre le proprie prerogative, e sarebbe necessario adire ad azioni reali come ad esempio sospendere i diritti di voto ungheresi nel Consiglio, considerato che le condanne verbali non hanno avuto effetto. La lettera è stata firmata da eurodeputati provenienti da vari settori politici dell'assemblea, compresi i popolari, la maggiore forza nel parlamento, oltre ai socialisti, ai liberali, ai conservatori, ai riformisti e ai verdi. Gli europarlamentari non hanno il potere formale di togliere all'Ungheria i diritti di voto, ma intendono aumentare le pressioni su Bruxelles al fine di vedere decise azioni più forti contro Budapest. La Commissione Europea ha reso noto che non manderà i propri Commissari ai vertici informali organizzati dalla Presidenza ungherese depotenziando in questo modo il suo ruolo e mandando invece funzionari di alto livello. Il Governo ungherese ha già risposto dichiarando che l'Unione Europea sta boicottando le istituzioni ungheresi per far salire le pressioni e i ricatti. Riguardo la lettera degli europarlamentari, Budapest non ha ancora risposto.
Franco de Stefani