Comunque vada il voto, il paese più popoloso dell'Unione europea sta per vivere un grosso cambiamento. Dopo sedici anni da cancelliera e trenta da deputata, Angela Merkel ha deciso di non ricandidarsi più, affidando alla Germania il compito di dover scegliere chi dovrà succederle.
Nonostante il tentativo di crearsi un delfino, la Merkel non è riuscita a individuare il degno o la degna successore e quindi allo stato attuale i giochi restano aperti. A correre per la CDU, il partito della cancelliera uscente sarà Armin Laschet, che da qualche mese guida anche il partito. Laschet che sembrava inizialmente ben piazzato dopo una serie di errori comunicativi pare aver perso i favori dell'elettorato; mentre sembrerebbe essersi rafforzato il candidato della SPD, i socialdemocratici, Olaf Scholz che con il suo carisma potrebbe imporsi nell'agone. A perdere terreno in queste ultime settimane è stata anche la candidata dei Verdi Annalena Baerbock, il cui partito sarà però fondamentale per la creazione del prossimo governo.
Una situazione talmente incerta e complicata ulteriormente dal sistema elettorale tedesco, che si prospettano grosso modo tre possibili scenari: una maggioranza “Semaforo” (ossia socialdemocratici, liberali e verdi), una maggioranza “Giamaica” (CDU, liberali e verdi) o una maggioranza “Germania” ( CDU, liberali e SPD).
L’unica cosa che pare davvero certa è la conventio ad excludendum nei confronti della destra sovranista e populista di AfD. Non resta che aspettare, quindi, le18:00 di questa domenica, quando chiuderanno i seggi in tutto il Paese, e si potrà iniziare a capire qualcosa di più sul futuro politico di uno degli stati più influenti del continente europeo.
Barbara Costamagna