Foto: Radio Capodistria
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Nella recente sessione plenaria del Parlamento Europeo l'accostamento dei simboli di comunismo e nazismo ha portato i parlamentari del Partito Democratico italiano, di Alleanza Verdi e Sinistra e del Movimento 5 Stelle a votare contro lo specifico paragrafo che mette sullo stesso piano i simboli del nazismo e dei regimi comunisti sovietici (che poi è stato approvato lo stesso con 469 voti a favore, 104 contro e 23 astensioni).

Ha votato contro anche la Lega (a differenza di Fratelli d'Italia e Forza Italia), che si è detta contraria per principio ad un divieto che limita la libertà di parola, a prescindere dai simboli coinvolti.

Il PD ha quindi votato in dissenso con il suo gruppo - i Socialisti e Democratici (S&D) - che è stato prevalentemente a favore anche sul testo generale. Una nota degli eurodeputati del PD spiega che «non spetta al Parlamento riscrivere la storia dell'Europa e per questa ragione il PD ha deciso di non partecipare al voto su una iniziativa che è diventata strumentale».

L'oggetto della risoluzione era la disinformazione e la falsificazione della storia con cui la Russia giustifica l'invasione dell'Ucraina.

Oggi, invece, verrà riconsiderata, dalla commissione per le petizioni del Parlamento europeo, la questione inerente ad una richiesta per preservare la memoria delle vittime della violenza comunista in Slovenia, presentata dalla deputata europea Romana Tomc dell'SDS con primo firmatario Mitja Ferenc.

L'istanza chiede il rispetto delle vittime dei massacri comunisti in Slovenia dove, a dire di Ferenc, nel periodo del regime comunista, centinaia di migliaia di residenti sloveni sono diventati vittima della violenza comunista in varie forme. Attualmente la Slovenia non ha in calendario una giornata nazionale dedicata alle vittime del comunismo, nonostante l'ultimo governo guidato da Janez Janša, avesse indetto la Giornata nazionale in memoria di tutte le vittime del comunismo, da celebrarsi il 17 maggio di ogni anno, revocata alla vigilia della prima celebrazione dall'attuale governo guidato da Robert Golob.

La petizione, già discussa qualche mese fa, chiede nuovamente al Parlamento europeo di rendere omaggio alle vittime della violenza comunista in Slovenia e di esortare il governo della Repubblica di Slovenia affinché ratifichi la risoluzione su coscienza europea e totalitarismo, e di condannare la revoca delle celebrazioni da parte del Governo sloveno.

La Commissione europea si era districata dalla situazione affermando, sostanzialmente, che si tratta di decisioni che spettano ai governi delle singole nazioni.

Davide Fifaco