Alla luce di alcune interpretazioni definite fuorvianti che sarebbero state date ad una risposta fornita durante un'intervista alla nostra emittente, il Presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Renzo Codarin ha dichiarato che non avrebbe inteso partecipare alla cerimonia al monumento dei fucilati di Basovizza, a cui conseguentemente non è stato invitato.
L'A.N.V.G.D. ha ribadito pertanto che non concorda con la storiografia che dipinge i fucilati dell’Organizzazione Rivoluzionaria T.I.G.R. come quattro caduti dell’antifascismo, bensì li ritiene "terroristi che negli anni Venti auspicavano l’annessione con ogni mezzo al Regno di Jugoslavia di Trieste, Gorizia, Fiume, Zara ed Istria, ricongiunte in maniera internazionalmente riconosciuta all’Italia dopo la Prima Guerra Mondiale".
La cessione del Balkan ad una fondazione costituita ad hoc è stata presentata con una narrazione in chiave antifascista, ha aggiunto, omettendo gli antefatti di quella fatidica giornata culminata con l’incendio del palazzo, ossia l'uccisione di due marinai italiani a Spalato. Codarin ritiene, inoltre, che non ci sia stata alcuna contestualizzazione degli "opposti nazionalismi che l’Impero asburgico fomentò e non pacificò in queste terre a partire da fine Ottocento".
Il rappresentante di una delle principali associazioni degli esuli si è detto infine esterefatto della benemerenza ricevuta dallo scrittore Boris Pahor, che proprio in questa occasione avrebbe secondo lui parlato della vicenda delle foibe "con termini degni di quel giustificazionismo che il Presidente Mattarella ha condannato anche in occasione del Giorno del Ricordo".
Barbara Costamagna