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Su questo tema, aggiunge, “i partiti di centro sinistra in Friuli Venezia Giulia devono ancora lavorare”.
Una serie di prestigiosi relatori analizzerà tematiche macroeconomiche e sociali e le possibili conseguenze che avranno sul nostro territorio.
Il centro destra, che ha votato la legge, ha reagito alle affermazioni dell'esponente della minoranza slovena, che aveva contestato l'interpretazione della tragedia delle Foibe alla base del testo.
L’aula ha approvato la legge “sulla conoscenza, diffusione e ricordo del dramma delle Foibe e dell’Esodo”celebrando anche il Giorno del Ricordo, In aula anche tre mozion sul controllo delle frontiere e sulla sospensione di Schengen.
Il Consiglio ha esaminato anche i progetti di legge che puntano alla diffusione delle conoscenza della tragedia delle Foibe.
L’udienza per confermare la carcerazione preventiva si terrà sabato prossimo, ma gli avvocati denunciano gravi violazioni dei diritti umani.
Per la maggioranza di centro destra si trattava di un testo che metteva insieme vicende troppo diverse per essere accostate. Per il centro sinistra invece è stata un’occasione persa per dare un’immagine di una Trieste unita e con lo sguardo al futuro.
Il testo era stato presentato dal Pd, ma è stato sottoscritto da tutti i capigruppo e votato da tutti i consiglieri presenti in aula.
Il testo, che chiede al sindaco di attivarsi presso il governo per tutelare le frequenze che diffondono il segnale in Friuli Venezia Giulia, è stato presentato dal Pd ma sottoscritto da tutti i gruppi.
Blogger, storici, ed esponenti del mondo della politica si sono confrontati sull’opportunità delle intitolazioni a personaggi discussi, o di cambiare i nomi di strade e piazze diventati intollerabili o inopportuni per il sentire comune.
La storica del teatro Bogomila Kravos, ha ripercorso l’attività culturale espressa dalla struttura dal 1904 al 1920. Un esempio da considerare in vista della restituzione del palazzo alla comunità slovena di Trieste.
Nel testo, si chiede al Sindaco d’indirizzare “al più presto al Governo della Repubblica e alle Camere la forte e decisa raccomandazione di intervenire per garantire la sopravvivenza di una voce libera”.
Nel corso degli interventi è stata sottolineata la necessità di reagire alle provocazioni e di cercare il dialogo, ma anche il rifiuto dell’accusa di pulizia etnica e genocidio da parte dei partigiani verso la popolazione italiana.
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