A cinque mesi esatti dall’avvio del blocco del Varco 4 del porto di Trieste, che lo scorso ottobre aveva anche causato scontri fra i manifestanti no Green pass e la polizia, avviando una lunga serie di manifestazioni e sgomberi, le società Adriafer e Trieste Marine Terminal sono passate alle vie di fatto.
Dopo delle lettere disciplinari spedite dalle aziende a 93 persone, e la richiesta di ritiro da parte dei sindacati, i due gruppi che operano nello scalo hanno deciso di sospendere senza stipendio, per un periodo da uno a sette giorni, 40 dipendenti.
I provvedimenti di sospensione, come riporta anche il quotidiano il Piccolo, potranno essere applicati anche non consecutivamente, per non gravare troppo sullo stipendio, come previsto dalla legge.
Tutti i destinatari dei provvedimenti avevano partecipato alle proteste al Varco 4, così come anche altri due dipendenti (uno dei due è l’ex consigliere comunale di estrema destra e ultracattolico Fabio Tuiach), che sono invece stati licenziati dall’Agenzia per il Lavoro Portuale del Porto di Trieste.
Sui provvedimenti delle aziende interne allo scalo giuliano è stata anche presentata un’interrogazione parlamentare al Ministro del lavoro e delle politiche sociali., sottoscritta da deputati della sinistra radicale e di ex membri del Movimento 5 Stelle, vicini alle posizioni no Green pass del Coordinamento lavoratori portuali, organizzazione sindacale disconosciuta dall’Autorità portuale giuliana a seguito di una violazione di un protocollo d’intesa siglato nel 2020. Nel testo si contestano i provvedimenti disciplinari, e si denunciano “gravi lesioni delle libertà sindacali, del diritto di sciopero”, chiedendo al ministro se “intenda adottare iniziative ispettive”.
L’Autorità Portuale, Adriafer e Trieste porto hanno fra altro anche depositato dei ricorsi al tribunale di Trieste per denunciare presunte false attestazioni di malattia da parte di decine di dipendenti.
Alessandro Martegani