Il 6 settembre 1930 a Basovizza furono fucilati, in seguito alla condanna a morta del tribunale Speciale per la difesa delle Stato, quattro giovani antifascisti sloveni appartenenti all'organizzazione antifascista europea, Borba.
Ogni anno davanti al monumento edificato nel luogo della loro uccisione si tiene una manifestazione per ricordare questo tragico evento. La cerimonia, hanno sottolineato gli oratori durante gli interventi ha un'importanza cruciale per preservare la memoria storica e per dimostrare rispetto per la lotta contro il fascismo e il mantenimento dell'identità slovena nelle terre di confine.
Milan Pahor, Presidente del Comitato per le onoranze degli eroi di Basovizza, ha ribadito l'importanza della “riabilitazione del ricordo delle quattro vittime, che in Italia sono ancora considerate dei terroristi”. Il caso rientra però nella competenza di un tribunale militare, dove un nuovo processo e la riabilitazione sono difficili da ottenere“Il problema è che il tribunale ha la possibilità di respingere la nostra richiesta, la soluzione va cercata in un accordo politico tra Italia e Slovenia per indicare l’iter che il tribunale dovrebbe seguire”.
Il Ministro della cultura, Asta Vrečko ha sottolineato che i quattro fucilati a Basovizza “erano dei combattenti per la libertà, degli antifascisti che lottavano per il mantenimento della cultura slovena. Questo è un messaggio importantissimo per la Slovenia che va ribadito in continuazione. L’importanza viene testimoniata dalla presenza dei vertici dello stato ogni anno. Le forze politiche hanno l’obbligo affinché venga riconosciuto il ruolo di questi quattro partigiani nella lotta al fascismo, il mio desiderio è di vedere una presenza numerosa a questa commemorazione pure di rappresentanti istituzionali italiani, mi auguro che il prossimo anno partecipi un numero maggiore di rappresentanti politici italiani per ribadire il concetto che non si è trattato di terroristi, ma di combattenti contro il fascismo e per la libertà. In tal senso vorrei ricordare che stiamo intensamente lavorando al progetto della Capitale Europea della Cultura Nova Gorica-Gorizia, un messaggio transfrontaliero portatore di pace”
Anna di Gianantonio presidente della sezione ANPI di Gorizia e vicepresidente dell'Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea nel FVG, ha detto che “viviamo in un tempo di continua riscrittura della storia e della messa in discussione ella memoria, il ricordo dei quattro fucilati di Basovizza è stato più volte contestato e quindi il lavoro di costruzione di questo monumento e tutte le cerimonie che si sono svolte negli anni hanno richiesto un grosso sforzo e sacrificio da parte degli organizzatori, quindi dobbiamo essere sempre vigili nel mantenere la memoria e la scientificità della storia senza propaganda”. "Pace, democrazia e tolleranza sono i cardini della convivenza, che in un tempo buio il fascismo ha voluto annullare tentando di incidere un solco tra le genti che da sempre vivono e operano in queste terre. Ogni tentativo di assimilazione e cancellazione di lingua e identità è violenza e genera violenza. Questa giornata è stata resa più solenne e ricca di significato dalla presenza e dalle parole del vescovo di Trieste Enrico Trevisi e della ministra slovena della Cultura Asta Vrečko", lo ha invece ribadito la senatrice Tatjana Rojc.
Dionizij Botter