Contro il green pass, contro i vaccini, contro la linea della Nato e dell’Europa sulla guerra in Ucraina, e contro la gestione della crisi economica da parte dei potenti della Terra.
Nonostante lo stato di emergenza sia agli sgoccioli in Italia, il primo aprile si chiuderà un periodo durato due anni e cadranno molte restrizioni, i no Green pass hanno voluto dimostrare di essere ancora vivi e attuali, aprendo altri fronti di protesta come l’invio di armi e l’appoggio di Roma all’esercito Ucraino.
Anche lo slogan che apriva il corteo, formato da più di 400 persone, (certo non i numeri delle prime manifestazioni ma comunque un po’ di più rispetto alle attese della vigilia), dimostra la volontà di traghettare la protesta su altri temi: “Disertiamo la guerra e il Green pass”, recitava lo striscione in testa al corteo che da via Giulia, si è diretto verso via Battisti, per poi passare da piazza Oberdan e arrivare in piazza Libertà, a pochi passi dalla stazione dei treni.
Accanto agli slogan tradizionali, contro il Green pass e i vaccini, non sono mancati attacchi alle banche, all’Europa e agli Stati Uniti, ma l’obiettivo principale è stato questa volta il premier Mario Draghi, responsabile, secondo i partecipanti alla manifestazione organizzata dal Coordinamento no Green pass, del carovita, e anche dell’aumento delle spese militari. Attacchi e insulti non sono mancati anche al Sindaco Roberto Dipiazza, che in passato aveva fortemente criticato le manifestazioni, al quotidiano locale il Piccolo, e perfino al presidente dell’Autorità portuale Zeno d’Agostino, “reo” di aver rotto le relazioni con il comitato dei lavoratori portuali e aver criticato apertamente i blocchi dei varchi.
Al di là del linguaggio però, la manifestazione è stata assolutamente controllata e senza bisogno di alcun intervento da parte dei molti agenti di polizia presenti: il corteo si è anche spontaneamente e prontamente aperto per due volte, per far passare prima due mezzi dei vigili del fuoco e poi un’ambulanza. Non sono però mancati i disagi per il traffico nel centro, con molti automobilistri che hanno suonato il clacson e hanno protestato per la lunga attesa al passaggio del corteo.
Fra i manifestanti i veterani dalle proteste no Green pass, ma anche qualche esponente della sinistra radicale, anche se le bandiere arcobaleno erano quasi assenti e tutti gli striscioni e i cartelli erano quasi totalmente dedicati all’opposizione al certificato verde.
È stata però soprattutto una dimostrazione per riaffermare volontà di proseguire la protesta, che per alcuni continua ad essere necessaria, per altri rappresenta una possibilità di far sentire la propria voce, per altri ancora l’occasione di far parte di un gruppo: “Anche dopo mesi – ha gridato al microfono uno degli organizzatori – continuiamo a essere in piazza”. Quasi una promessa, che alla luce della progressiva riduzione delle misure anti pandemia, che restringerà sempre di più le motivazioni del delle manifestazioni, potrebbe comportare anche lo spostamento del movimento su altre tematiche, a partire dall’aumento dei prezzi e dalla possibile crisi economica del paese.
Alessandro Martegani