Aperta ufficialmente a Pordenone la campagna elettorale del centrodestra in Friuli Venezia Giulia, con il candidato alla presidenza regionale, il leghista Massimiliano Fedriga, che ha subito attaccato le riforme di Debora Serracchiani. Pronta la risposta del candidato del centrosinistra, Sergio Bolzonello, che ha affermato di aver sentito solo slogan e nessun contenuto.
Il centrodestra del Friuli Venezia Giulia ha lanciato la candidatura di Massimiliano Fedriga alla presidenza del Friuli Venezia Giulia, ostentando concordia ed unità. Lo stesso Fedriga ha voluto sottolineare l'importanza di eliminare i personalismi in favore del bene della coalizione, attaccando poi quanto fatto in questi anni dalla Serracchiani e da Bolzonello, attuale candidato del centrosinistra. Accanto a lui tutti i leader della coalizione, con il possibile vicepresidente Riccardo Riccardi e Renzo Tondo, entrambi indicati in precedenza come candidati al ruolo di governatore. Presenti inoltre Fabio Scocimarro di Fratelli d'Italia e l'imprenditore Sergio Bini. Fedriga nel suo discorso ha subito sottolineato che non farà l'uomo solo al comando e di aver scelto il Friuli Venezia Giulia non per ambizioni personali, ma per il bene della coalizione. Si dice orgoglioso di rappresentare la sua terra e di voler dare risposte ai cittadini e non piegarsi alle logiche di poltrona.
Poi gli attacchi alle riforme del quinquennio del centrosinistra, in particolare quella sanitaria e quella agli enti locali, che non permetteva ai sindaci di lavorare, con uno strale all'indirizzo di Bolzonello, indicato come servile "yes man" della presidente Serracchiani. Fedriga non ha parlato di programmi, ma solo di impegni verso la cittadinanza.
Non ha tardato a replicare il candidato del centrosinistra, Sergio Bolzonello che ha evidenziato come nella presentazione del candidato del centrodestra non vi fosse un progetto per la regione, ma solo slogan e nessun contenuto. Il vicepresidente uscente ha poi aggiunto che sul palco ha visto la stessa classe politica che dal 2008 al 2013 ha perso 20mila posti di lavoro, mentre il centrosinistra ne ha recuperati 10mila.
Primi botta e risposta di una campagna elettorale che si preannuncia piuttosto scoppiettante.