La Sala di lettura del Narodni dom di Trieste ha ospitato un incontro pubblico, organizzato dal Gruppo 85, sulla “Falsità nella toponomastica di Trieste. Il relatore, il professor Paolo Privitera, ha analizzato le possibili etimologie dei nomi dei luoghi, dei centri abitati, di realtà naturali ed in particolare della toponomastica urbana della città di Trieste.
Una sala gremita ha accolto l'incontro sui toponimi della zona di Trieste e già il nome del capoluogo giuliano di per sé risulta interessante, ma anche problematico, in quanto potrebbe rivelare origini celtiche, ma anche latine e venete, mentre in sloveno la parola “Trst” ha la stessa origine etimologica della lingua latina. Nella zona di Trieste comunque la maggior parte dei toponimi è prevalentemente di origine ladina. Ma quali sono i casi più emblematici di toponomastica falsata a Trieste? Queste le parole del professor Paolo Privitera: “falsata... dipende se intendiamo intenzionalmente o non intenzionalmente. Ho detto falsata perché è stata cambiata in tutti i nomi delle vie cittadine di Trieste. Sulle vie cittadine è stata fatta un'operazione politica abbastanza evidente, nei primi anni dell'Italia a Trieste. Per quanto riguarda, invece, i toponimi delle località attorno, in realtà non sono tanto falsati. A parte alcuni, che sono del tutto inventati come ad esempio era il caso di Poggioreale, ma ormai non esiste più. Oppure San Dorligo della Valle, perché il santo in realtà era Ulrico e non Dorligo, perché non esiste nessun Dorligo. Il paese si chiama semplicemente Dolina. Evidentemente si è voluto rendere meno slavo il tutto. Diciamo che di falso falso c'è poco, piuttosto parlerei di travisato, ma questo anche da parte slovena come aveva anche già rilevato lo studioso Pavle Merkù”.
Davide Fifaco